Se il new normal dei tassi bassi imposti dalle Banche Centrali ha complicato non poco la vita dei risparmiatori, rendendo sempre più difficile ottenere un rendimento soddisfacente dai propri portafogli, nell’ultimo periodo, gli ulteriori allentamenti monetari, resi necessari dalla pandemia, e le spinte inflattive fatte registrare a macchia di leopardo stanno mettendo spalle al muro gli investitori.
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Infatti, i rendimenti nominali, già prossimi allo zero -se non addirittura negativi negli scenari peggiori- vengono pesantemente compromessi dalle spinte reflattive. Ciò vale a maggior ragione per le asset allocation conservative, poiché, come è noto, il rendimento è direttamente proporzionale al rischio assunto.
Un aspetto valido per qualsiasi tipologia di investitore è che l’allocazione dei propri capitali sia coerente con il personale profilo di rischio, affinché si possa raggiungere un ritorno verosimile, in un orizzonte temporale coerente.
Naturalmente, capire dove investire oggi, soprattutto alla luce dell’attuale congiuntura, può risultare piuttosto complicato, per questo è bene approfondire le varie opportunità che possono essere colte.
Ad esempio, una delle tipologie di investimento da sempre favorite dai risparmiatori tradizionali è quella dei Buoni fruttiferi -collocati in esclusiva da Poste Italiane– che, tuttavia, essendo un’immobilizzazione quasi priva di rischio, offre un ritorno quasi nullo. Lo stesso discorso vale per i Titoli di Stato, poiché attualmente la curva dei rendimenti è piatta su quasi tutte le scadenze.
Tralasciando i conti deposito, che non possono essere considerati una vera e propria forma di risparmio, ma una gestione della liquidità, diverse sono le tipologie di investimento oggi sottoscrivibili.
Un’asset class che permette un’adeguata diversificazione è rappresentata, ad esempio, dai fondi comuni di investimento; in questo panorama, spiccano gli ETF che, replicando passivamente l’andamento di un benchmark, hanno delle commissioni di gestione estremamente più contenute rispetto alle gestioni attive. Naturalmente, i pesi delle varie asset class nella composizione del portafoglio dovranno rispettare la profilazione del risparmiatore.
Per profili di rischio più elevati, si può ricorrere alle Azioni e ai Derivati: se fino a non molto tempo fa questi mercati regolamentati erano accessibili solo ai grossi patrimoni -in particolare i futures- di recente l’introduzione di nuovi prodotti finanziari ha permesso di ampliare la platea di fruitori.
I CFD, ad esempio, danno la possibilità di negoziare la quasi totalità dei temi di investimento a livello globale: esistono Contratti per Differenza su azioni, materie prime, indici e, persino, sulle più recenti criptovalute. I broker che offrono questo tipo di operatività hanno inoltre il vantaggio di essere facilmente accessibili e, nella maggior parte dei casi, non richiedono costi di gestione.
Molti risparmiatori sono alla ricerca di forme di investimento alternative, per avere un’ulteriore diversificazione del proprio patrimonio. Proprio per questo, oggi sono in voga nuovi trend, che riguardano l’acquisto di opere d’arte, orologi, e oggetti preziosi.
Tuttavia, avventurarsi in questo settore può essere molto rischioso poiché, non essendovi un listino ufficiale di riferimento per tali oggetti, l’investimento potrebbe risultare poco liquido e difficilmente realizzabile con rapidità.
Inoltre, in questo tipo di attività, è necessario avvalersi della consulenza di esperti del settore, per non rischiare di incorrere in possibili truffe o raggiri.
Un altro aspetto da considerare è che oggi la tecnologia ha facilitato la nascita di nuove forme di investimento oppure rivoluzionato le modalità di accesso a forme di risparmio tradizionali.
Basti pensare alle piattaforme di crowdfunding, che, attraverso la costituzione di veicoli finanziari, permettono di convogliare i fondi di piccoli investitori in un unico contenitore per accedere in settori che altrimenti sarebbero loro preclusi.
È così che si può puntare sull’eventuale successo di nuove start up o sul mattone, pur non disponendo del capitale necessario per acquistare un immobile; anzi, questa soluzione rende l’asset più liquido e diversificato.
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