Questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio G.I.P.
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L’odierno provvedimento trae spunto dall’arresto di Pasquale Rapicano, operato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata il 6 Febbraio 2020, in esecuzione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, emessa dalla 5^ Sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli con riferimento alla sentenza con la quale, in data 28.11.2019, ha condannato proprio il Pasquale Rapicano alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per la durata di mesi sei, poiché responsabile dell’omicidio Scelzo.
L’attività investigativa, sviluppata da gennaio 2020 a novembre 2020 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Torre Annunziata, ed integrata da intercettazioni telefoniche, servizi di osservazione controllo e pedinamento, nonché dalle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia, ha consentito di far luce sull’esatta dinamica dell’omicidio, perpetrato con particolare ferocia e premeditazione, accertando che Vincenzo Ingenito e il super killer del clan pentito da alcuni anni Renato Cavaliere, avevano decretato la morte di Pietro Scelzo per il tradimento determinatosi con il suo passaggio nelle fila del clan rivale degli Omobono-Scarpa, per conto del quale stava gestendo lo spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere “Centro Antico” di Castellammare di Stabia.
Le indagini hanno permesso di ricostruire le fasi in cui il gruppo di fuoco, composto da Pasquale Rapicano, Vincenzo Guerriero (poi suicidatosi nel Carcere di Benevento nell’anno 2017) e Antonino Esposito Sansone, avevano seguito la vittima studiandone i movimenti, le frequentazioni e gli orari di ritorno presso la propria abitazione, individuando insieme ai mandanti le strategie per recuperare le armi utilizzate per l’omicidio, per consegnarle al materiale esecutore e per occultarle al termine dell’azione di fuoco.
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L’omicidio di Pietro Scelzo alias “o’nasone”, avvenuto proprio nel Centro Storico di Castellammare ed attinente ad una fase di guerra tra clan estremamente violenta e caratterizzata da numerosi eccellenti delitti, integrava la finalità mafiosa di affermare il predominio del clan D’Alessandro nel territorio di Castellammare di Stabia ed il suo pieno controllo delle relative piazze di spaccio a scapito dei rivali del clan Scarpa Omobono.
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