Partito in Campania il progetto di contrasto alla Povertà Educativa
con interventi di prevenzione precoce centrati sulla prossimità e la relazionalità
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Relazioni positive per prevenire la povertà educativa, intesa come vulnerabilità, che se non adeguatamente contrastata rischia di trasformarsi in disagio conclamato e permanente, questo l’intento del progetto “Legami Nutrienti”, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo contrasto alla povertà educativa minorile ed entrato nel vivo della fase operativa da un paio di mesi, sui territori della Città Metropolitana di Napoli-IX Municipalità (Soccavo-Pianura) e del Comune di Quarto e promosso dalla Cooperativa Sociale L’Orsa Maggiore, ente capofila, in partenariato con: ARS Associazione per la Ricerca sociale, Associazione Culturale “Forza delle Idee”, Associazione di volontariato “Terra Libera Quarto”, Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro, Azienda Sanitaria Locale Napoli 2 nord; CPIA Napoli Città 1, CISMAI – Coordinamento Italiano Dei Servizi Contro Il Maltrattamento e L’abuso All’infanzia, Fondazione “Città Nuova”; Comune di Quarto (Na), Federazione Italiana Medici Pediatri Provincia di Napoli, Istituto Comprensivo Statale “Don G. Russolillo” – Napoli, Istituto “Giuseppe Toniolo” di Studi Superiori; Istituto Penale per Minorenni di Nisida; “Riflessi” S.R.L.; Università degli studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Scienze Politiche.
Il Progetto, della durata di 48 mesi, mira a sostenere le relazioni caratterizzate da accoglienza e sicurezza, non solo in ambito familiare ma anche con altre figure di riferimento e tra pari, nella convinzione che siano di vitale importanza per favorire la crescita integrata dei bambini e un loro miglior accesso alle opportunità. Proprio per questo è rivolto a nuclei familiari con figli della fascia di età compresa tra 0 e 6 anni, il periodo della vita più delicato di una persona.
Dal Rapporto “Il Miglior Inizio – Diseguaglianze e opportunità nei primi anni di vita”, rilasciato da Save The Children nel settembre 2019, si legge che “la prima infanzia rappresenta un periodo cruciale nella vita delle persone […] Economisti, come il premio Nobel James Heckman, neuro-scienziati e sociologi, affermano che le competenze necessarie per crescere e vivere nel XXI secolo – cognitive, socio-emozionali e fisiche – si formano, in larga misura, a partire dalla nascita e prima dell’entrata nella scuola, seguendo un processo cumulativo”.
E prosegue affermando che: “Il ritardo nell’acquisizione di tali competenze nei primi anni di vita è difficilmente colmabile. Lo svantaggio in termini educativi e di sviluppo aumenta nel tempo. Dunque, la povertà educativa produce i suoi effetti ben prima dell’ingresso a scuola, ed è largamente influenzata dall’ambiente familiare, economico e sociale, in cui il bambino nasce e cresce”.
Sostenere e prendersi cura dell’ambiente familiare significa, quindi, investire nel capitale umano futuro e prevenire i principali fattori di rischio della povertà educativa, oggi, in forte aumento a causa della pandemia che ha determinato per il quasi intero anno scolastico la chiusura delle scuole e di tutti i presidi educativi e sociali a sostegno dei bambini e degli adolescenti in difficoltà con la conseguenza che è stato loro precluso un vastissimo orizzonte di opportunità e occasioni di crescita.
“Il nutrimento a cui ci riferiamo – dichiara Angelica Viola, Presidente de L’Orsa Maggiore – è alimentazione emotiva del sé e delle relazioni, da poter ottenere attraverso un lavoro svolto con e tra le persone in un’ottica di cura, gentilezza e responsività piuttosto che indifferenza, diffidenza, e rancore”.
“Il punto di forza del progetto – continua – è la costruzione di un modello integrato che vede coinvolte istituzioni e terzo settore nel creare trame accoglienti e non giudicanti per le famiglie vulnerabili, spesso oggetto di interventi frammentati che rischiano solo di disperdere le loro motivazioni al cambiamento e le allontanano dai luoghi di cura”.
Infatti le attività del progetto sono caratterizzate da due concetti essenziali: la prossimità, attraverso interventi di Dimissioni Ospedaliere Accompagnate, Home Visiting e Gruppi Mamme a Domicilio, tutti improntati allo “stare accanto” alla genitorialità a rischio o che lo potrebbe diventare; la relazionalità, attraverso Spazi Relazionali, Sostegno ai figli con i genitori in area penale minorile, Programmi di Accompagnamento ai Legami, Consulenze Psicologiche, interventi che si concentrano maggiormente sul rapporto tra le famiglie e tra i membri che le compongono.
Trasversali alle azioni sopra elencate sono le ANTENNE ossia punti di ascolto e intercettazione precoce del disagio in luoghi significativi come le scuole e gli ospedali, partner del progetto, e le attività di formazione rivolte agli operatori pubblici e privati impegnati nel progetto con lo scopo di creare un minimo comune denominatore nella lettura e nell’approccio alla genitorialità fragile.
Due, in particolare, gli elementi innovativi di “Legami Nutrienti”: l’App Mamme Insieme, una chat tramite cui le mamme comunicano tra loro e, mediante lo sviluppo di sezioni tematiche, vengono aiutate ad orientarsi sul territorio rispetto ai servizi pubblici e privati utili durante la gravidanza e i primi anni di vita del bambino; la VIG (Video Interaction Guidance), un intervento guidato da un professionista – all’interno di un contesto relazionale – che, attraverso le riprese video, rende evidenti le relazioni positive e gli effetti benefici delle stesse.
Il progetto ha come sede operativa principale Soccavo (viale Traiano 92), ma per la natura stessa delle attività si svolge in parte presso il domicilio dei nuclei familiari presi in carico in collaborazione con gli operatori dei servizi socio-sanitari, e per un’altra all’interno delle strutture degli enti partner come l’Ospedale “San Paolo” di Fuorigrotta, l’Ospedale “La Schiana”, l’Istituto Comprensivo Statale “Don G. Russolillo”, l’Istituto Penale per Minorenni di Nisida, i servizi sociali ed il Consultorio di Quarto.
L’HOME VISITING, l’intervento di punta del progetto
È una strategia che consiste nella presenza, all’interno dell’abitazione familiare, di un educatore formato al compito di guidare genitori fragili nella cura materiale ed emotiva del figlio appena nato, costruendo con loro una relazione di fiducia e non giudicante, e di connetterli alla rete dei servizi territoriali a cui spesso non sanno o non ritengono importante accedere. È un percorso di prevenzione alla povertà educativa che parte dai luoghi di nascita e crescita di un bambino, in particolare i reparti materno-infantile degli ospedali e i punti vaccinali, per proseguire senza soluzione di continuità dentro le mura domestiche.
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Articolo pubblicato il giorno 1 Giugno 2021 - 10:12