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Lacune probatorie, dichiarazioni inaffidabili dei collaboratori di giustizia, tra cui spicca Nicola Schiavone, il figlio del boss Francesco Schiavone “sandokan” e del boss Antonio Iovine.
Sono queste alcune delle motivazioni che hanno spinto la Corte di Appello di Napoli (seconda sezione) ad assolvere da quattro capi d’accusa, tra i quali anche il concorso esterno in associazione mafiosa, “perché il fatto non sussiste“, l’ex sindaco di Villa Literno (Caserta), Enrico Fabozzi, difeso dall’avvocato Mario Griffo.
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Ieri, l’ex primo cittadino del comune casertano ha incassato anche il proscioglimento nell’ambito del procedimento giudiziario sulla “mala gestio” al Consorzio Unico di Bacino (CUB), nel quale ha ricoperto ruoli di vertice.
Fabozzi era stato condannato in primo grado, il 3 giugno 2015, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), a dieci anni di reclusione.
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