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Giovane imprenditore stabiese arrestato per tentata estorsione a Eboli

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E’ in carcere da sabato con l’accusa di tentata estorsione con l’utilizzo del metodo mafioso. E la notizia del suo arresto sta destando scalpore a Castellammare e in penisola sorrentina dove è molto noto.

Si tratta di Gennaro Spronello, giovane imprenditore che lavora nel settore caseario e nella ristorazione. Con lui è stata arrestata anche l’imprenditrice Emmanuela Botti, legale rappresentante del caseificio La Bufalat srl a Matinella frazione del comune di Albanella nella piana del Sele.

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comando compagnia carabinieri eboli
comando compagnia carabinieri eboli

Spronello, che negli ultimi tempi stava anche facendo il rivenditore in penisola sorrentina di alcuni prodotti (il latte fattoria donna Giulia) della società del figlio dell’imprenditore stabiese Adolfo Greco ai domiciliari per legami con la camorra, avrebbe materialmente compiuto un tentativo di estorsione ai danni di un gestore di un’azienda agricola della zona degli Alburni.

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Secondo le accuse, Emmanuela Botti, che aveva con il padre della vittima un credito di 65mila euro, si sarebbe rivolta a Spronello per recuperare il denaro. E quest’ultimo avrebbe più volte intimato all’imprenditore agricolo di rendere i soldi, minacciandolo di morte e di far saltare in aria la sua attività.

“Speriamo che non facciamo una sola zompata”

“Speriamo che non facciamo una sola zompata”, questa la minaccia che Spronello, intercettato, avrebbe fatto il 5 novembre dello scorso anno. L’inchiesta è della Direzione distrettuale antimafia di Salerno. Le indagini sono state portate a termine dai carabinieri della compagnia di Eboli.

“potete andare pure dalla guardie, potete andare da chi volete, noi non abbiamo problemi…”

La svolta per le indagini – come anticipato dal quotidiano la Città-è arrivata sul finire dello scorso anno quando l’imprenditore minacciato si è deciso di collaborare con gli inquirenti. .
“Vedete che noi parecchi più soldi dei vostri siamo andati sempre a prenderceli da quarant’anni a questa parte…Statemi a sentire a me, potete andare anche dalle guardie, potete andare da chi volete, noi non abbiamo problemi, noi lo abbiamo sempre messo in conto le guardie...Non la passi liscia, non la passi liscia. Possono passare pure 30 anni ma non la passi liscia“. Erano questi i toni delle telefonate intercettate e che sono agli atti dell’ordinanza cautelare.

“Non ti convincere che non dai i soldi alla signora… Faccio scoppiare una guerra…”

In una occasione, il 2 dicembre scorso, Spronello fa la voce grossa e minaccia addirittura una guerra tra clan. “Non ti convincere che non dai i soldi alla signora… Faccio scoppiare una guerra su questo fatto dei soldi tuoi, ma una guerra tanto pesante che tu sai che dici? O mamma mia quello era così bravo quel ragazzo non l’ho preso in considerazione. Si bloccano altri … si blocca Giovanni Maiale… ti blocchi tu, vi bloccate tutti quanti proprio per far vedere, proprio per dare un segno sulla zona….. Giovanni Maiale’ te lo faccio il nome… glielo puoi andare a dire… mi ha chiamato quello di Castellammare del mercato dei Fiori, proprio così gli devi dire… Adesso ti dico una cosa in quarant’anni come famiglia nostra non l’abbiamo mai fatt buono a nessuno”.

“Ti lego dietro la macchina, ti faccio passare un brutto quarto d’ora…”

Poi le minacce di violenza fisica: “Ti lego dietro la macchina, ti faccio passare un brutto quarto d’ora, vengo a prenderti a casa e ti rompo la testa. Ringrazia a Dio che i miei amici sono in galera altrimenti il problema era già risolto”. Ora Spronello e l’imprenditrice Botti sono in carcere e per l’imprenditore è finito il calvario. L’indagini della Dda di Salerno però non è ancora chiusa.

 


Articolo pubblicato il giorno 7 Giugno 2021 - 15:58


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