Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l’uomo non aveva mai avuto litigi con il padre dei bambini. Il 34enne sarebbe quindi stato colto da un raptus. Subito dopo il triplice omicidio si è barricato in casa per oltre tre ore e si è suicidato. Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nella villetta l’uomo hanno trovato l’uomo morto in camera da letto. L’uomo ha usato la stessa arma per suicidarsi con un colpo alla testa.
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Andrea Pignani, era stato sottoposto a Tso (Trattamento sanitario obbligatorio) lo scorso anno. Ma in questo periodo non sarebbe stato in cura e non avrebbe avuto liti pregresse all’interno del comprensorio. E’ quanto accertato finora dagli investigatori. Nel suo passato un unico episodio di minacce alla mamma piu’ di un anno fa avvenuto in casa per cui intervennero i carabinieri e per il quale fu portato in ospedale per gli accertamenti del caso.
Aveva minacciato la madre con un coltello. In quel caso, l’uomo fu sottoposto a un Tso, ma a parte quell’episodio non risultano segnalazioni di patologie psichiatriche a suo carico. Agli atti non ci sono dunque documenti che possano attestare il precario stato mentale del suicida, se non l’intervento del maggio dello scorso anno, quando aveva minacciato la madre convivente con un coltello, venendo accompagnato dall’automedica in ospedale per un Tso. Secondo quanto riferito oggi dalla madre, il figlio sarebbe uscito dall’ospedale il giorno dopo.
Era una Beretta calibro 7,65 la pistola usata da Andrea Pignani, il 34enne che questa mattina ha ucciso ad Ardea due fratellini di 5 e 10 anni e un 74enne. L’arma, apparteneva al padre morto a novembre 2020 che faceva la guardia giurata. La morte dell’uomo non era nota alla stazione dei carabinieri di Tor San Lorenzo. Ai militari sarebbe dovuta pervenire una segnalazione sulla detenzione della pistola da parte della famiglia, cosa che invece non si è verificata.
“Erano due bambini educati e rispettosi – ricorda la nonna Sonia – Daniel, il piu’ grande, aveva solo 9 e 10 in pagella. Ieri era venuto a casa mia e stava andando via senza salutarmi. Invece e’ tornato indietro e mi ha voluto dare un bacetto”. Due fratellini, di soli 5 e 8 anni, che amavano la scuola, il mare, il calcetto, gli amici. E stamattina giocavano insieme, come sempre, a pochi passi da casa approfittando della bella giornata. Per la nonna, pero’, qualcosa in piu’ si sarebbe potuto fare per salvarli: “L’ambulanza e’ arrivata troppo tardi, ci ha messo mezz’ora. Respiravano – ha aggiunto – Sono morti stringendo la mano del padre”.
Sono morti stringendo la mano al papa’ Daniel e David i due fratellini uccisi stamattina ad Ardea, centrati da colpi di pistola al petto e alla gola mentre giocavano a pochi metri da casa. Il papa’ Domenico, che e’ attualmente agli arresti domiciliari, era in casa e si e’ precipitato a soccorrerli. “A me per un po’ di droga mi tengono ai domiciliari e questo con la pistola nessuno lo controllava, e guardate cosa ha fatto” avrebbe urlato l’uomo dopo la tragedia. Il suo nome compare in un’operazione dei carabinieri del 2018 a Ostia contro gli scissionisti del clan Triassi, ritenuto avversario degli Spada. “I genitori di Daniel e David sono distrutti e chiedono massimo riserbo e rispetto”, spiega l’avvocato della famiglia Fusinato, che senza mezzi termini parla di quanto avvenuto come di una “esecuzione”.
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I colpi esplosi dal 35enne Andrea Pignani non hanno lasciato scampo stamattina neanche a Salvatore Ranieri, un anziano che passava in quel momento in bicicletta e che non conosceva i fratellini Fusinato. L’uomo era in vacanza nel comprensorio di Colle Romito dove aveva una seconda casa. Stamattina e’ uscito per fare un giro in bici intorno alle 11.30 e non e’ piu’ tornato. Ad arrivare sul posto, tra le lacrime, la moglie dell’84enne. “Non posso crederci – avrebbe detto – quando non l’ho visto ritornare mi sono preoccupata e sono uscita a cercarlo“.
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