Foto di repertorio
“Nella tarda serata di ieri, a Napoli, l’ennesimo caso di un agente di Polizia che si è salvato da un accoltellamento solo grazie alla sua prontezza e alla buona sorte. Politica e Istituzioni non possono più stare a guardare. Si susseguono, quasi quotidianamente, episodi gravissimi di violenza in cui, troppo spesso, i poliziotti rimangono feriti, non avendo a propria disposizione strumenti e norme che consentano un’adeguata tutela loro e degli altri. E’ ora di dire basta, continuare a stare con le mani in mano è ormai solo indice di cattiva fede. Urge intervenire prima che ci scappi il prossimo morto”.
Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo che ieri sera agenti dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Napoli, durante il servizio di controllo del territorio, hanno tentato di controllare un giovane in piazza Nolana ma questi, durante l’identificazione, si è dato improvvisamente alla fuga. Ne è nato un inseguimento durante il quale, all’improvviso, il sospetto, un 28enne originario della Costa d’Avorio e già noto alle forze dell’ordine, ha estratto un coltello e colpito uno degli agenti.
L’uomo ha poi abbandonato l’arma dopo che un altro operatore gli ha intimato l’alt esplodendo un colpo di pistola in aria, ed ha ripreso la sua fuga. E’ stato bloccato più tardi, dopo una colluttazione, trovato in possesso di 18 compresse di sostanza psicotropa, e infine arrestato per tentato omicidio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ed è scattata la denuncia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e porto abusivo di armi.
“Il nostro primo pensiero di solidarietà e vicinanza va al collega che se l’è vista brutta – aggiunge Mazzetti -. Ma non si può più tacere il livello di frustrazione e sconcerto che giustamente attanaglia gli operatori della sicurezza, che svolgono il proprio lavoro al servizio della gente e del paese, ma che sono costretti a subire anche rischi evitabili o ridimensionabili se si procedesse senza più assurdi ritardi burocratici a fornire loro dotazioni adeguate, e soprattutto che vivono il peggiore degli incubi, sapendo che intervenire per salvare se stessi o gli altri può catapultarli nell’inferno giudiziario che inizia con quello che, tentando inutilmente di banalizzare, si chiama ‘atto dovuto’”.
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“Basta con questo stillicidio – conclude Mauro Di Giacomo, Segretario Fsp Napoli -. L’incolumità dei lavoratori in divisa deve pur contare qualcosa, ed è ora di dimostrarlo in maniera forte e concreta, mettendo mano a norme di merito e procedurali che devono essere cambiate”.
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