Dopo sei anni di lavori riapre al pubblico l’ACQUARIO di Napoli, con i suoi quasi 150 anni di storia uno dei più antichi del mondo. È simbolica anche la giornata scelta per la restituzione di questo bene alla cittadinanza, la giornata mondiale degli oceani, che quest’anno pone l’accento sul ruolo fondamentale dei mari per la preservazione della terra.
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Tra le prime persone a visitare il cuore pulsante della stazione zoologica Anton Dohrn nella villa comunale di Napoli anche il presidente della Camera Roberto Fico. “Finalmente – ha detto la terza carica dello Stato – abbiamo restituito alla città un posto straordinario, che è la storia, una parte della storia di Napoli e il cuore pulsante della ricerca sul mare.
È un posto centrale per il nostro Paese. Il mare è la nostra vita, la nostra risorsa e questo è il posto per fare ricerche all’avanguardia”. Hanno visitato l’acquarium questa mattina anche il sindaco Luigi de Magistris, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, la sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana e l’ex ministro dell’Università Gaetano Manfredi.
“Napoli – ha commentato de Magistris – è naturalmente candidata a essere la capitale della biodiversità in un momento storico in cui c’è l’incombenza del pericolo di distruzione di specie, della natura che viene aggredita. Il risultato di oggi, la riapertura dell’ACQUARIO più antico del mondo in un contesto straordinario, è un successo della collaborazione istituzionale”.
Costruito nel 1874, l’ACQUARIO storico conserva l’architettura originaria dell’Ottocento anche a seguito degli interventi di riqualificazione eseguiti a partire dal 2015. Strutturato in 19 vasche, ospita più di 200 specie animali e vegetali distribuite in nove diversi habitat che ricostruiscono gli ambienti che possiamo incontrare nel Mediterraneo, dai primi metri di profondità agli ambienti profondi.
Include anche delle vasche con pesci tropicali che simboleggiano i cambiamenti in corso nel Mediterraneo, sempre più popolato da specie che stanno entrando dal Mar Rosso e altri ambienti tropicali. Sono stati inseriti anche reperti di archeologia subacquea come anfore vinarie e olearie di epoca romana e ancore litiche.
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