La Dda di Napoli ha chiesto 50 anni di carcere complessivi per i fratelli Antonio e Giovanni Carfora e per Raffaele Iovine e Giovanni Amendola accusati del tentato omicidio dell’incensurato di Gragnano, Salvatore Pennino per vendicare la morte di Nicholas Di Martino cugino dei primi due e amico degli altri.
La richiesta è stata avanzata ieri mattina nel processo che si sta celebrando con rito abbreviato, dinanzi al gup del Tribunale di Napoli dal pm della Dda, Giuseppe Cimmarotta. Nel dettaglio le richieste sono 13 anni di carcere per Antonio Carfora, 12 per suo fratello, il calciatore Giovanni (sono i figli del boss ergastolano Nicola detto o’ fuoco). Chiesti 12 anni di reclusione anche per Raffaele Iovine e Giovanni Amendola.
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Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini che hanno portato agli arresti e al processo i quattro insieme con un’altra persona non ancora identificata la notte del 25 maggio dello scorso anno, partirono dall’ospedale San Leonardo per vendicare l’uccisione del cugino 17enne Nicholas Di Martino accoltellato poco prima in via Vittorio veneto a Gragnano e morto qualche ora dopo. La spedizione punitiva partì dall’ospedale stabiese e si scatenò contro il 20 incensurato Salvatore Pio Pennino.
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Secondo le accuse fu Antonio Carfora a premere il grilletto e a ferire alle gambe il ragazzo dal quale volevano avere informazioni sul nascondiglio di Maurizio Apicella e Ciro Di Lauro, i due assassini anche loro da ieri a processo ma in Corte d’Assise per l’omicidio di Nicholas Di Martino. La prossima udienza in programma a luglio per la replica dei difensori degli imputati.
(nella foto i fratelli Antonio e Giovanni Carfora)
Articolo pubblicato il giorno 27 Maggio 2021 - 08:01 / di Cronache della Campania