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Strage della funivia, indagini sul disastro e preghiere per il piccolo Eitan

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Stresa. Oggi è il giorno della speranza per il piccolo Eitan, il sopravvissuto del Mottarone, del dolore per le vittime e anche delle prime fasi di un’indagine che sarà lunga e tortuosa.

Un giorno dopo il disastro della Funivia di Stresa-Mottarone nel quale hanno perso la vita 14 persone, cinque famiglie distrutte, sul quel monte c’è solo una cabina coperta da un telo, tutto è fermo. I rilievi tecnici sono stati sospesi a causa del maltempo e intanto si fa il punto sull’indagine avviata dalla Procura di Verbania per stabilire cosa è accaduto intorno alle 12.30 di domenica 24 maggio quando un cavo traente della funivia si è spezzato e una cabina è caduta, rotolando per oltre 100 metri. “Partiamo da una evidenza empirica, il cavo si è tranciato e il sistema di freni di sicurezza, pacificamente, non ha funzionato”, ha spiegato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi. “Ha funzionato invece per l’altra cabina, che si è bloccata”, specifica. Nel mirino degli investigatori c’è infatti proprio il sistema frenante che in questi casi dovrebbe attivarsi automaticamente: non si esclude, però, che il danno al cavo traente abbia danneggiato anche il sistema di sicurezza.

Per il momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati: “La mia intenzione è evitare iscrizioni inutili ma anche evitare di ometterne altre, questo anche in vista del conferimento di consulenze che potranno essere anche di carattere irripetibile”, spiega ancora il procuratore. I fatti da accertare sono tanti, primo tra tutti la proprietà dell’impianto, che era regionale ma sarebbe dovuta passare al Comune di Stresa: “Non sappiamo ancora però se questo passaggio sia avvenuto e come”, conclude Bossi. Ma proprio il sindaco di Stresa, Marcella Severino, ha chiarito questo particolare, determinante per stabilire eventuali responsabilità civili: “Mi sono confrontata ancora ieri sera col segretario comunale, che e’ il nostro legale: il passaggio non e’ ancora completato, per cui la proprietà della funivia è ancora della Regione Piemonte”.

La Procura di Verbania ha iscritto un fascicolo contro ignoti – per il momento – ipotizzando i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, disastro colposo, con la fattispecie specifica di attentato, colposo naturalmente, alla sicurezza dei trasporti.

Le perizie sul caso potrebbero essere affidate al Politecnico di Torino. “Le indagini sono iniziate ieri, subito, sul posto”, ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri, Alberto Cicognani: “Sapevamo che sarebbe arrivato il maltempo e poi sarebbe stato più complicato”. Intanto il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato vita a una Commissione “che si aggiunge alle indagini della procura”, ha spiegato il ministro Enrico Giovannini durante la conferenza stampa al Palacongressi di Stresa, di stamane. Il ministro ha tenuto un tavolo tecnico insieme al capo della protezione civile Fabrizio Curcio, al governatore piemontese Alberto Cirio, al questore, al prefetto e alla sindaca di Stresa. “E’ importante che tutti mettano a disposizione la documentazione”, ha specificato Giovannini, parlando di collaborazione istituzionale. Cosa sia realmente accaduto però è difficile da comprendere: secondo la procura l’ultima revisione è stata effettuata nel novembre 2020. Leitner, l’azienda incaricata della manutenzione, ha fatto sapere che l’ultima manutenzione con controllo delle centraline idrauliche di frenatura dei veicoli è avvenuta il 3 maggio. L’azienda si è dichiarata a disposizione della magistratura. I soggetti coinvolti però sono molti: ci sono anche la società che gestisce l’impianto, cioè il concessionario e la ditta che ha effettuato i lavori nel biennio 2014-2016, quando la Funivia è rimasta chiusa. Intanto il mondo delle funivie è duro nei commenti su quanto accaduto.

A partire dalla presidente dell’Associazione nazionale esercenti impianti a fune Valeria Ghezzi, secondo cui sono “inspiegabili” i cedimenti in contemporanea di fune e freno. Per Giampiero Orleoni, presidente di Arpiet, l’Associazione regionale piemontese delle imprese esercenti trasporto a fune in concessione, si tratta addirittura di “un incidente impossibile. Certamente qualcosa lo ha scatenato, qualcosa al di fuori delle norme che vengono applicate. Sicuramente è subentrato qualcosa che va al di là delle norme previste. Se tutto fosse stato rispettato non sarebbe successo”. E ancora, Giuseppe Bonseri, ad Santa Caterina Valfurva ski area, in Valtellina: “sconcertato” dal fatto che non si sia attivato il freno di emergenza. Insomma, un incidente su cui ancora aleggia il mistero e su cui dovranno fare luce gli inquirenti.

Le perizie tecniche saranno determinanti per capire cosa non ha funzionato nell’impianto, cosa ha provocato la morte di 14 persone tra le quali due bimbi di due e cinque anni, Tom e Mattia.

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E oggi il pensiero di tutti è andato al piccolo Eitan, 5 anni, l’unico sopravvissuto che ha perso nella tragedia dello Stresa-Mottarone i genitori, il fratellino Tom e i bisnonni: una famiglia di origini israeliane che viveva da tempo in Italia. Eitan è ancora ricoverato nel reparto di rianimazione della Città della salute di Torino, sedato, ma i medici sono fiduciosi. I vigili del fuoco in un tweet hanno scritto: “Silenzio e dolore, ciò che resta oggi del dramma della funivia a Stresa. E ora siamo concentrati sul piccolo sopravvissuto. Forza Eitan, i vigili del fuoco sono con te”.

Le sue condizioni lasciano ben sperare, ma resta molto grave. “Abbiamo concluso la risonanza magnetica che non ha evidenziato danni neurologici nel bambino e lesioni cerebrali, neanche a livello entrocefalico. Pensiamo quindi di iniziare nella giornata di domani un cauto risveglio del bambino e vedere come potrà rispondere” così il direttore generale dell’ospedale, La Valle, nel bollettino medico sulle condizioni di salute del piccolo. “Dal punto di vista emodinamico – ha proseguito il direttore – mantiene la sua stabilità: non si è scompensato e quindi è stabile. Domani si proverà con grande cautela a risvegliare il bambino, tenendo conto di due fattori: primo, una grande debolezza fisica, perché se è vero che a livello emodinamico è stabile, è altresì vero che gli interventi eseguiti sulle fratture hanno inciso sulla sua forza fisica. Secondo, c’è un fattore psicologico importante, perché il risveglio lo riporta al mondo reale. E su questo punto occorrerà fare molta attenzione”. La Valle ha concluso quindi che c’è “un buon segnale nel responso della risonanza magnetica. Speriamo che anche la notte successiva possa proseguire con la stabilità emodinamica di questo momento”.

La tragedia della funivia Stresa-Mottarone riporta alla memoria altre tragedie italiane dei trasporti a sottolinearlo in una nota il Codacons: “La tragedia della Funivia del Mottarone è solo l’ultimo incidente grave che coinvolge il settore dei trasporti in Italia, e che riporta al centro dell’attenzione la questione dei controlli sul fronte della sicurezza”. Lo si legge in una nota del Codacons.”Dopo la strage del Ponte Morandi, i deragliamenti di treni, i sequestri di ponti e viadotti a rischio in tutta Italia, i naufragi delle navi da crociera, appare evidente che nel nostro paese qualcosa non funziona sul fronte dei controlli sulla sicurezza dei trasporti – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Questo perché spesso gli accertamenti previsti dalle norme e che dovrebbero verificare lo stato di infrastrutture e mezzi di trasporto non vengono eseguiti, oppure, come dimostra l’indagine della procura di Genova su Rina (registro navale italiano), le certificazioni vengono falsificate e aggiustate”. “Tutto ciò ha ripercussioni dirette sulla sicurezza dei passeggeri che viaggiano su terra, aria e mare, e impone di verificare l’operato di chi dovrebbe vigilare sulla sicurezza dei mezzi di trasporto”, aggiunge Rienzi. “Per questo motivo – prosegue la nota – il Codacons si costituisce parte offesa nell’inchiesta aperta dalla procura di Verbania, e chiederà di estendere le indagini nei confronti del Ministero dei trasporti e di tutte le istituzioni e gli enti che hanno il compito di garantire la sicurezza dei cittadini che utilizzano infrastrutture e mezzi come strade, ferrovie, funivie, traghetti e navi da crociera, allo scopo di accertare eventuali negligenze o omissioni”.

“Il Codacons ha poi pubblicato sul proprio sito alcune intercettazioni relative al caso del naufragio della Costa Concordia, da cui emergerebbero irregolarità proprio sul fronte delle certificazioni dei mezzi di trasporto, vicenda su cui indaga la procura di Genova e che vede coinvolto il Rina (Registro italiano navale) accusato di aver falsificato le certificazioni sulle navi da crociera”, conclude la nota dell’associazione.


Articolo pubblicato il giorno 24 Maggio 2021 - 20:24

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