Il processo di primo grado prese il via ipotizzando il reato di omicidio doloso nei confronti di Lo Presto. Successivamente pero’ venne chiesta dal sostituto procuratore titolare dell’indagine l’attenuazione del reato da volontario a preterintenzionale. Il gup, al termine dell’iter giudiziario, emise una condanna a dieci anni di reclusione, ritenendo l’uomo colpevole, appunto, di omicidio preterintenzionale. Lo Presto, che per problemi di deambulazione e’ costretto su una sedia a rotelle, venne poi scarcerato e messo ai domiciliari dopo due anni di detenzione. Tuttora si trova nell’abitazione della mamma.
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L’ottava sezione, collegio E, del Tribunale del Riesame di Napoli ha poi ripristinato la custodia cautelare in carcere per il 43enne disponendo, pero’, che il provvedimento resti sospeso fino al pronunciamento della Corte di Cassazione, una decisione che dovrebbe arrivare il prossimo 16 giugno. Lo scorso marzo la Procura di Napoli, inoltre, ha chiesto la riforma della sentenza emessa in primo grado nei confronti di Lo Presto e l’aggravamento dell’ipotesi di reato da preterintenzionale a volontario.
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