“Non è una sentenza giusta, ma una sentenza vergognosa: mio marito non c’è più quell’uomo avrà modo di rifarsi la vita, meritava l’ergastolo, doveva rimanere in cella fino alla fine dei suoi giorni”, ha spiegato tra le lacrime la moglie della vittima che ha atteso in aula laa lettura del verdetto abbracciata ai due figli.
I giudici della prima corte di assise di Napoli (presidente Annunziata, a latere Sassone) non hanno accolto la richiesta del pm aveva di una condanna all’ergastolo, puntando sull’aggravante della crudeltà e dei futili motivi. Applicando le attenuanti generiche e quindi una condanna più bassa dell’ergastolo. Ma si tratta di un primo grado. Dopo ls lettura delle motivazioni della sentenza che arriveranno tra qualche mese, l’avvocato Virginia De Marco, che rappresenta i familiari di Falcone presenterà appello per chiedere una condanna più pesante.
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L’omicidio si consumò il 22 maggio scorso a Piscinola. Vecchie ruggini tra i due maturate in condominio, in particolare l’accusa di aver occupato abusivamente una terrazza condominiale. Una discussione nel corso della quale Mauro Severino, che ieri era presente in aula, armato di un coltello a serramanico, sferrò un unico fendente mortale al cuore di Patrizio Falcone.
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