Opere della Collezione Caporrella, promossa in occasione del novantesimo compleanno dell’artista e il sessantesimo anniversario del manifesto del Nouveau Réalisme, tenutasi, per motivi legati alla malattia pandemica da COVID-19, online nell’inverno scorso.
Il progetto della mostra realizzato dal Museo-FRaC Baronissi in collaborazione con la Fondazione d’Arte Vittorio Caporrella di Roma, è stato finanziato dalla Regione Campania (Iniziative per la valorizzazione patrimonio culturale regionale D.D. 42 del 25/09/2020) e gode del patrocinio del Dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena; della Fondazione “HIC TERMINUS HAERET-IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI”, di Seggiano e dall’Archivio biblioteca Enrico Crispolti di Roma.
L’esposizione, curata da Massimo Bignardi, propone ventisette opere, tra sculture, tableaux-pièges e grafiche realizzate da Daniel Spoerri tra il 1970 e il decennio in corso e quattro significative sculture di Mimmo Rotella, Arman e César (Baldaccini), suoi amici negli anni del Nouveau Réalisme, tutte provenienti dalla collezione Caporrella.
“Avevamo ospitato online, nel periodo delle festività natalizie – rileva Gianfranco Valiante nella presentazione al catalogo –, la mostra promossa per festeggiare i novant’anni del Maestro Daniel Spoerri, tra i principali interprete della scena artista mondiale sin dagli anni sessanta, che oggi inauguriamo in presenza e che segna la ripartenza del Museo. Una mostra che si affianca alla grande retrospettiva, ospitata, dal 24 marzo e fino al 27 giugno 2021, dalla Bank Austria Kunstforum di Vienna. Questa promossa dal Museo-FRaC, Baronissi è una mostra di eccezionale bellezza, di rilievo nazionale, resa possibile grazie alla disponibilità del Maestro Spoerri e della Fondazione d’Arte Vittorio Caporrella, che ha reso possibile il prestito delle opere […] Il FRaC Baronissi in questi lunghi mesi di chiusura, ha dato un’efficace risposta attraverso la reta dell’etere, delle articolate strade dell’online, tessendo un continuo rapporto con il suo pubblico e con quanti in questo periodo hanno condiviso le nostre iniziative: oggi riprendiamo la nostra linea di marcia, aprendo gli spazi, proponendo la necessità dell’incontro”.
“La mostra che il Museo-FRaC Baronissi dedica a Spoerri – scrive Massimo Bignardi nel saggio introduttivo al catalogo pubblicato da Gutenberg Edizioni –, concentra l’attenzione sulla sua esperienza di scultore presso la Fonderia Caporrella, un tempo Immart, con sede a Poggio Magliano, un borgo poco distante da Torrita di Siena e, successivamente, in quella di Roma. Un’esposizione che, con la presenza di un ridotto numero di opere di Arman, César e Rotella, concesse in prestito anch’esse dalla Fondazione d’Arte Vittorio Caporrella, vuole ricordare, a sessant’anni dalla sua formazione, il gruppo di artisti che, nell’ottobre del 1960, diedero vita alla compagine del Nouveau Réalisme. Anche se la figura centrale del percorso espositivo è quella di Spoerri, le opere dei suoi amici novorealisti ci segnalano la vitalità di una generazione di creativi che, nel tempo, hanno mantenuto fede al progetto di presa di coscienza “de leur singularité collective”. Una mostra, quindi, che non aspira a proporsi con un inquadramento sincronico o antologico, ma con un taglio centrato sul carattere di un’esperienza, quella scultorea, che vede Spoerri assiduo frequentatore, dai primi del decennio settanta a quello attuale, della fonderia dei Caporrella. In questo spaccato non potevano mancare, al fine di tessere una stretta relazione, le esperienze che maggiormente hanno connotato la sua presenza sulla scena dell’arte contemporanea, a partire dalla seconda metà del XX secolo: i tableaux-pièges. La scelta di esporre tre tableaux del 1992, tratti dalla serie “Post Sevillane”, risponde alla necessità di rendere più chiaro il rapporto che l’artista tesse tra gli oggetti e lo spazio o, meglio ancora, l’ambiente. Difatti, non è tanto l’intricata combine di oggetti a sostenere l’interesse dell’artista, quanto il suo desiderio di prendere coscienza di una realtà nuova, che vive calandosi nell’ambiente quotidiano, indossando gli abiti di ‘assistente dell’accidentale’”.
In occasione della mostra è stato pubblicato dalla Gutenberg Edizioni il catalogo contenente il saggio introduttivo del curatore, i contributi di Vladimiro Caporrella, Barbara Räderscheidt, Claudia Filippeschi che ha curato l’intervista a Pietro Caporrella, nonché gli apparati biografici e bibliografici. L’edizione è arricchita dalla documentazione fotografica messa a disposizione dalla Fondazione »HIC TERMINUS HAERET-IL GIARDINO DI DANIEL SPOERRI« e da un ampio apparato di illustrazioni a colori realizzato da Antonio Caporaso e Jacopo Naddeo. ISBN 978-88-7554-162-0
Daniel Spoerri “Il migliore specchio del carattere eclettico, funambolico ed ironico di Spoerri e l’autopresentazione fornita all’età di trentotto anni in risposta alla domanda «Qui êtes-vous?»”. Esordisce come primo ballerino dello Stadttheater di Berna nel 1954 interessandosi nel contempo di teatro sperimentale e mettendo in scena il dramma surrealista di Picasso “Il desiderio acchiappato per la coda”, mai rappresentato prima. Assistente alla regia al Landsteather di Darmstad diventa scenografo, collezionista, insegnante nelle Accademie d’arte, ristoratore, gallerista, editore, poeta. Non è, dunque, iperbolico definirlo il più poliedrico degli artisti viventi. Daniel Spoerri nasce il 27 marzo 1930 a Galati da Isaac Feinstein, ebreo poi convertitosi e diventato missionario per conto della Chiesa norvegese luterana, e da Lydia, nata Spoerri, cittadina svizzera. Quando la Romania nazista alleata alla Germania dichiara guerra alla Russia, il padre non riesce a sfuggire alle persecuzioni e muore nel pogrom del 1941. Con una fuga a Zurigo, Daniel assume il cognome della madre e la cittadinanza svizzera, accolto dallo zio Dr. Prof. Théophile Spoerri. “Una fanciullezza tumultuosa ha segnato l’adulto inquieto apolide che, nel 1971, è ancora alla ricerca della sua identità” 2. Cresce nell’entourage dello zio professore di letteratura romanza, nel retaggio culturale del Dada e del Cabaret Voltaire. In un Caffè incontra Max Terpis iniziando nel 1949 la carriera da ballerino professionista fino a diventare etoile. Dieci anni più tardi conoscerà Eva Appli e Jean Tinguely che rimarranno suoi intimi amici. Dopo una parentesi a Darmstadt, dove pubblica la rivista di poesia concreta Material e trova l’adesione di Arp, Christo, Duchamp e Soto alla casa editrice MA, torna a Parigi stabilendosi nella poi divenuta celebre stanza n. 13 dell’Hotel Carcassonne di rue Mouffetard. All’aderisce al manifesto del Nouveau Réalisme nell’aprile 1960 e nell’ autunno espone per la prima volta i tableaux-pièges in occasione del Festival dell’Arte dell’Avanguardia. Iniziano i successi: la prima personale italiana con Schwarz a Milano, i contatti con Fluxus ed esponenti della Pop Art (Warhol, Lichtenstein) a New York, il ritiro nell’isola greca di Simi nel 1966 con cui matura l’interesse per l’etnografia e l’influenza dell’arte primitiva. Nel continuo spaziare in tutte le forme di espressione utilizza détromp-l’oeil e collections, sviluppa musei sentimentali (1977-1989) ed esplora la Eat Art con happening ed aprendo nel 1968 a Dusseldorf, in Burgplatz 19, il Restaurant Spoerri a cui affiancherà la Eat Art Gallery. Nel 1983 incontra Pietro Caporrella che realizzerà la fusione di quasi tutte le sue sculture in bronzo. Il 25 luglio 1997 inaugura la sua Fondazione a Seggiano. Vive attualmente a Vienna.
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