Svijeszda – Sette giorni a Parigi (Graus Edizioni, pp. 256) di Italo Forfori ci trasporta nella Ville-Lumière al tempo della Sars.
Il protagonista è Jacopo, un tecnico che lavora all’osservatorio europeo sulle Ande cilene, ma che rientra in Europa per una particolare ricerca etnografica. Ritrova a Parigi Elena, un’amica d’infanzia ora diventata ricercatrice del prestigioso Institut Pasteur.
Il compagno di Elena, un reporter freelance, è irreperibile, ma sul portatile la donna trova un rapporto titolato Bioingegneria che documenta come la ricerca biologica stia percorrendo strade rischiose.
“…I dati evidenziavano cose stupefacenti perché l’analisi della struttura del virus mostrava, oltre i geni presenti in tutti i retrovirus, tutta una serie di piccoli geni che non esistevano nei retrovirus degli animali conosciuti…”.
In relazioni a tale “scomodo documento”, Elena riceve una minaccia che spinge sia lei che Jacopo a nascondersi nella città. Jacopo si trasformerà in Jack Adler, non un supereroe, ma un uomo che non ha paura di lottare contro le ingiustizie.
Ascoltata un’altra sad story, quella di Marina, una giovane moldava, rapita e costretta a prostituirsi Jack non esita a impegnarsi per tentare di liberarla dai suoi sfruttatori.
“… Arriva per tutti un momento dal quale proprio non ci si può tirare indietro. È quando capisci che un essere dipende solo da te e girargli le spalle sarebbe come condannarlo, allora qualunque cosa puoi fare per aiutarlo, devi farla”.
Sono già molti gli impegni di Jacopo, ma il fato gli farà incontrare una terza donna, Aurora, e tra i due scatterà qualcosa di tenero.
In un turbinio di avvenimenti il racconto trasporta in luoghi caratteristici: dal Cimetière Montparnasse alle Galeries Lafayette, dal Louvre all’Opéra, e poi sull’affollata rete del metrò finanche in ritrovi caratteristici. Mentre accadimenti reali riecheggiano sullo sfondo della narrazione, compaiono altri personaggi che riempiono i sette intensi giorni parigini, fino allo scenico epilogo ambientato presso il Tempio della Sibilla.
In questo giallo assisteremo alla tenace lotta di un uomo idealista e generoso che osa sfidare una minaccia globale e al contempo si oppone alla crudele ingiustizia subita da Marina (Svijeszda); per farlo Jacopo sembra disposto a sacrificare tutto, anche se stesso.
Il racconto sfiora anche un tema attuale e sensibile, quello della bioingegneria e, a tal proposito, l’autore precisa che quanto inserito nel libro è tratto dal libro L’uomo contro il virus di Luc Montagnier, insignito del Nobel 2008 per la medicina.
Già dalla dedica che recita “racconto dedicato a quanti hanno dato la loro vita per la nostra libertà” si evince il messaggio che l’autore intende trasmettere: solo impegnandoci direttamente, anche rischiando di pagare il prezzo più alto, possiamo sperare di migliorare questo nostro sempre più difficile e ingiusto mondo.
Svijeszda – Sette giorni a Parigi è un romanzo per gli amanti la suspense, degli enigmi e dei colpi di scena. Un libro che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
“Come è fragile il confine tra vita e morte… tra il tutto e il niente, è il tema più importante ma pochi intendono risolverlo… o almeno affrontarlo. Lei voleva vivere, vivere anche col mal di testa e con i panni sporchi da lavare. Male… ma pur sempre vivere”.
L’autore
Italo Forfori appartiene ad una fortunata generazione: quella nata nel dopoguerra e cresciuta sull’onda del boom economico e della radicale trasformazione della società. I mitici anni sessanta con la speciale colonna sonora e le tante stimolanti utopie, come la “fantasia al potere”, segneranno i suoi passi. Forfori si definisce lettore onnivoro: dai saggi scientifici alla fantascienza di Asimov, dai fumetti alla prosa di Calvino, dai versi di Omero a quelli di Neruda. Interrompe gli studi di Fisica per lavorare come tecnico in un’importante società elettrica ma continua a dedicarsi a letture e interessi disparati; fotografia, musica, disegno e pittura resteranno passioni tradite ma mai abbandonate. Nei primi anni novanta, aiutando il padre a riordinare le memorie di ex combattente, scopre la scrittura. Nel 1994 esce il primo racconto, Stelle di marmo, una sorta di omaggio al paese natio, in una valle nascosta dalle Apuane, nelle terre della Luna. Seguirà Stelle di ghiaccio dove i giovani protagonisti, nati dalla fantasia ma figli di quei luoghi, giungono alla soluzione di un misterioso messaggio, conservato nel locale castello medioevale. Chiude la trilogia Stelle di mare che ritrova i soliti personaggi, ormai cresciuti, a confrontarsi in un mondo anch’esso cambiato.
L’autore, tra l’altro, cura in modo minuzioso anche l’aspetto grafico dei libri arricchendoli di sue foto. Stelle di mare vanta, infatti, un’impaginazione particolare, unica nel suo genere. Questi racconti, pur nella limitata tiratura e nella distribuzione locale, hanno ottenuto un’incoraggiante attenzione.
Svijeszda – Sette giorni a Parigi è il suo primo romanzo.
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Articolo pubblicato il giorno 10 Maggio 2021 - 09:42