foto archivio
Punti Chiave Articolo
I numeri emersi dal Conto annuale del Tesoro, messi insieme dal sindacato Anaao Assomed, parlano chiaro: nel 2019 ben 3.123 medici ospedalieri hanno deciso di dare le dimissioni prima di andare in pensione.
Le Regioni con il maggior numero di licenziamenti volontari sono quelle del Nord. Il 2,9% rappresenta la media nazionale, ma il fenomeno riguarda alcune Regioni più di altre: nelle Marche nel 2019, si è dimesso il 6.6% dei medici ospedalieri, a seguire il Veneto con 5.9%, poi Valle d’Aosta (3.8%) e Piemonte (3.5%).
I dati del Conto annuale permettono di fotografare le dimissioni dei dirigenti medici solo fino al 2019. “Ma c’è da scommettere – commenta il segretario del sindacato Carlo Palermo – che la pandemia da Covid aggraverà le fuoriuscite. E lo vedremo probabilmente dal 2021, perche’ nel 2020 lo spirito di servizio ha certamente fatto posticipare la scelta di dimettersi”. Del resto, se si analizza il trend degli ultimi 10 anni, i dati sono allarmanti. La percentuale di medici che sono andati via dagli ospedali risulta in aumento in quasi tutte le regioni italiane. In assoluto si è passati da una media Italiana di dimessi di 1.849 medici nel 2009, a 3.123 nel 2019. Ma guardando le dimissioni in relazione al numero totale di medici dipendenti, si è passati dall’1,6% nel 2009, al 2,9% nel 2019.
In 10 anni insomma i medici che hanno lasciato sono aumentati dell’81%. In Veneto rispetto al 2009 le dimissioni si sono quintuplicate. In Lombardia sono aumentate di 2,5 volte, nelle Marche e in Piemonte di oltre 3 volte. Valutando l’andamento, è da notare come la curva dei licenziati si impenni proprio negli ultimi 3 anni. In particolare, nelle Marche dal 2017 al 2019 il numero è quasi triplicato, in Lazio e in Campania è più che raddoppiato. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, nonostante partissero da numeri assoluti molto alti, in 3 anni hanno visto un incremento rispettivamente del 115%, 50% e del 66%.
Il motivi di questi abbandoni li elenca Carlo Palermo, segretario generale dell’Anaao. A cominciare dal taglio del personale e la carenza di specialisti che hanno creato organici sempre più ridotti rendendo insostenibile il carico di lavoro; la presenza delle donne in sanità in progressivo aumento, con turni disagevoli che non consentono di dedicarsi alla famiglia. Il lavoro burocratico diventato intollerabile, l’autonomia decisionale svilita, la professionalità poco premiata e per nulla incentivata. Inoltre, il lavoro dei medici ospedalieri ha perso valore, anche economico, come il proprio ruolo sociale. Pesano poi la solitudine di fronte a tutte le carenze organizzative, il rischio di denunce legali e aggressioni, cosi’ come le ambizioni di carriera diventate scarse. In Italia nel 2009 i direttori di Struttura Complessa, cioè l’apice della carriera professionale, erano 9.691, nel 2019 solo 6.629, il 31,5% in meno.
I responsabili di Struttura Semplice, il livello immediatamente inferiore, nel 2009 erano 18.536, dopo 10 anni il 44% in meno, cioè 10.368
[Fonte Ansa]
Leggi anche qui
Napoli – Un episodio di violenza gratuita e brutale ha scosso ieri Piazza Carlo III,… Leggi tutto
Roma - Le condizioni di Papa Francesco, al suo decimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli, "permangono… Leggi tutto
Lo spettacolo teatrale "CARI BAMBINI", concepito e interpretato da Salvatore Cataldo, debutta in Italia dopo… Leggi tutto
Ieri pomeriggio, la Polizia di Stato ha arrestato un 59enne napoletano, già noto alle forze… Leggi tutto
Aversa – Un nuovo episodio di violenza giovanile scuote la città. Un ragazzo di 14… Leggi tutto
I Carabinieri hanno tratto in arresto un 37enne di origine albanese, sorpreso a rubare in… Leggi tutto