«Contact è stato un risultato naturale, tutti i brani sono nati in maniera molto spontanea, senza ostacolare in alcun modo il flusso creativo. Abbiamo preso molto l’uno dall’altro: Roberto ha trovato un ritorno alla melodia, all’armonia e l’idea di una forma canzone rivisitata e “aumentata”, Alberto ha goduto di strutture timbriche e ritmiche per lui inedite».
Differenze e contatti. Esperienze e scambi. Contact è un risultato avvincente per due musicisti diversi per percorsi e esiti, accomunati dalla città di provenienza, dallo studio e dalla visione d’insieme. Alberto Pizzo è l’unico artista occidentale della rosa Yamaha Entertainment Japan, ha lavorato con Luis Bacalov e la London Symphony Orchestra, ha suonato in giro per il mondo con il suo pianoforte. Robs Pugliese è un sound artist poliedrico, percussionista imbevuto di elettronica, ha lavorato con Renzo Piano, Daniel Bacalov e Paolo Fresu, ritagliandosi uno spazio internazionale con le sue sculture sonore. Entrambi nati a Napoli, dove hanno studiato, si sono riscoperti reimmaginandosi in una nuova collaborazione che ha portato al primo disco insieme intitolato Contact.
Nove tracce per pianoforte ed elettronica, nove brani in cui Pizzo e Pugliese si immergono con il loro mondo e le loro esperienze, tra elettromelodie, pulsazioni futuribili, sensazioni jazz e world music trasfigurata. Un dialogo tra musiche e culture, come sottolineano i due: «Quando si pensa al connubio piano ed elettronica la prima cosa che viene in mente è Sakamoto/Alva Noto, un progetto che abbiamo amato molto e che si basa sul dialogo tra cultura musicale nipponica e sonorità elettronica di stampo mitteleuropeo. La nostra idea è stata quella di pensare a qualcosa che potesse dialogare con la nostra tradizione musicale sia dal punto di vista melodico/armonico che ritmico. Tutto ciò è stato poi mescolato con una buona dose di elettronica che in alcuni dei brani si allontana dalla “classica” visione minimale in favore di una costruzione oseremmo dire quasi barocca».
L’ispirazione melodica di Pizzo si è intrecciata al lavoro materico di Pugliese, con attenzione al timbro e alla dimensione. In quest’ottica va letta anche la partecipazione di Paolo Fresu nel brano Ikigai, una delle trombe più famose e riconoscibili del jazz internazionale la cui presenza, notano i musicisti, «ha restituito al brano una terza dimensione, una profondità ulteriore, una multisensorialità spiazzante. Gli siamo molto grati per l’omaggio che ci ha fatto».
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