I due sono imputati per voto di scambio con l’aggravante mafiosa. L’inchiesta e’ sulle elezioni regionali del 2015 in Campania.
Si è tenuta questa mattina la requisitoria del processo per il racket dei manifesti elettorali durante la tornata per le Regionali del 2015. Il pm ha chiesto pene molto dure anche per gli indagati eccellenti: sono stati invocati 10 anni per l’ex vicesindaco di Caserta ed ex patron della Casertana, Pasquale Corvino e per l’ex sindaco di San Marcellino, Pasquale Carbone; 24 anni per Agostino Capone, fratello del boss Giovanni; 12 anni per Mariagrazia Semonella, titolare della Clean Service; 18 anni per Antonio Zarrillo di Capodrise; 8 anni per Roberto Novelli di Caserta; 4 anni per Paolo Cinotti di Caserta; 3 anni per Silvana D’Addio di Caserta; 2 anni per Pasquale Valerio Rivetti di Maddaloni; 2 anni per Gianfranco Rondinone di Caserta, e 2 anni per Francesco Alberto Spaziante di Caserta.
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Il processo e’ nato da un’indagine della Dda di Napoli che il 5 febbraio del 2019 porto’ a 19 arresti, da parte dei carabinieri della Compagnia di Caserta, per voto di scambio politico-mafioso, associazione mafiosa, estorsione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. I due imputati erano candidati nel partito ‘Nuovo Centrodestra – Campania Libera’ e avrebbe acquistato pacchetti di voti pagando gli esponenti dei Belforte. Carbone, secondo quanto ricostruito dall’accusa, avrebbe versato all’esponente del clan Antonio Merola, 7.000 euro per 100 voti, ottenendo alla fine solo 87 voti. Corvino avrebbe promesso ad Agostino Capone la somma di 3.000 euro oltre a buoni spesa e carburante.
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