Whirlpool conferma la chiusura di Napoli “nonostante l’aumento dei volumi”. Lo sottolineano in una nota Fim, Fiom e Uilm annunciando la convocazione di un’assemblea aperta in piazza del Plebiscito venerdi’ 9 aprile. “In attesa del tavolo ministeriale piu’ volte richiesto dal sindacato e fino a ora negato, si e’ tenuto ieri con Whirlpool un incontro di coordinamento nazionale. La direzione aziendale – spiegano i sindacati – ha esposto la situazione produttiva e occupazionale, che presenta una ripresa dei volumi e l’assunzione di circa seicento lavoratori somministrati”.
Fim, Fiom e Uilm ribadiscono che “l’azione di chiusura di Napoli risulta ancora piu’ odiosa e ingiustificabile alla luce del quadro generale di miglioramento del mercato degli elettrodomestici, ragion per cui chiedono la ripresa della produzione cessata a ottobre” ed “esortano a non utilizzare la cassa Covid-19 in quegli stabilimenti in cui l’incremento dei volumi e’ tale da portare a una potenziale saturazione; non e’ difatti tollerabile – osservano – un utilizzo mirato degli ammortizzatori sociali ne’ a discapito dei lavoratori con ridotte capacita lavorative, per cui si chiede la costituzione di postazioni idonee, ne’ per gli impiegati degli staff, per cui si chiede la ricollocazione interna”.
Sempre in tema di cassa integrazione, Fim, Fiom e Uilm hanno rinnovato la richiesta di pagamento di tutti i ratei, compresi quelli del premio di risultato, e di una integrazione al reddito per tutti coloro che sono posti in cassa a zero ore. Infine, spiega la nota, sono state poste due questioni specifiche: la necessita’ di superare immediatamente l’attuale regime di riduzione di orario in atto a Siena; la necessita’ di arrivare alla piena occupazione nel magazzino di Carinaro e di avere chiarimenti sulle intenzioni di Seri, che a mezzo stampa si e’ detta di recente interessata alla rioccupazione dei lavoratori di Napoli.
“La direzione aziendale – proseguono i sindacati – ha tenuto un atteggiamento di sostanziale chiusura, offrendo una qualche disponibilita’ solo su alcune questioni particolari, quali il pagamento dei ratei anche per la cassa Covid-19 da qui a giugno (sul premio pero’ si e’ riservata di darci una risposta la prossima settimana), il superamento dell’attuale accordo di Siena sull’orario di lavoro e il pagamento di una indennita’ di soli 250 euro mensili ai soli lavoratori di Napoli, mentre per i lavoratori con ridotte capacita’ lavorative o impiegati degli staff c’e’ una generica disponibilita’ a aggiornarsi e a proseguire azioni di riassorbimento. Dinanzi all’atteggiamento di chiusura aziendale e alla imperdonabile indifferenza del Governo – concludono – la vertenza prosegue per scongiurare la minaccia dei licenziamenti a Napoli, la non rioccupazione di parte dei dipendenti di Carinaro, nonche’ per assicurare un futuro di stabilita’ occupazionale in tutti gli stabilimenti del gruppo”.
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