“Un recentissimo rapporto del Consiglio di Europa indica che le carceri italiane sono le più sovraffollate dell’Unione Europea. Questo è un dato rilevante, ma al fine di migliorare la situazione, non può essere l’unico ad essere preso in esame. In sostanza, in merito ai ristretti non dobbiamo limitarci a chiedere quanti sono, dobbiamo anche chiederci che cosa fanno.
Dobbiamo cioè superare quell’approccio simile ai diritti degli animali, per cui ci si interroga solo se un essere vivente soffra, se abbia spazio, luce, aria, se abbia da mangiare, ecc., per approdare, invece, ad un approccio basato sui diritti dell’uomo. In virtù di un approccio fondato sui diritti della persona umana, difatti, ci si dovrà interrogare anche in merito alla questione di come i ristretti trascorrono le loro giornate, cosa fanno, di cosa si occupano, che cosa pensano.
Tale approccio basato sui diritti della persona umana, risulta poi essere l’unico in grado di facilitare il discorso di attuazione della rieducazione del condannato di cui alla nostra Costituzione”. Così in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.
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