Nicola Morra: ‘Indagare sui vaccini ad affiliati dei clan’.
In qualche regione sieri a dipendenti pubblici in smart working
Vaccini agli affiliati delle cosche grazie a certificazioni mediche compiacenti e anche ai dipendenti delle agenzie regionali che sono in smart working. Sono le ipotesi su cui vuole vedere chiaro la Commissione Parlamentare Antimafia indagando sulle modalità di somministrazione dei vaccini in alcune regioni italiane. Lo ha detto oggi il Presidente della Commissione Nicola Morra a margine dell’udienza che si è tenuta al Tribunale Militare di Napoli nell’ambito del procedimento a carico dell’ex maresciallo della stazione dei carabinieri di Capaci Paolo Conigliaro.
“Ho notato con piacere – ha detto all’ANSA in merito alla necessità di chiarire cosa si intende sotto la voce ‘Altro’ nelle vaccinazioni effettuate – che la Regione Campania ha deciso di cambiare il sistema di classificazione diventando decisamente più precisa e più scrupolosa. Se peraltro dovesse emergere che si intendevano over 70, e quindi ultrasettantenni, anche se c’era da vaccinare over 80, sarebbe un discorso. Ma se trovo, come qualche uccellino mi dice per altre regioni, per esempio dipendenti di enti e agenzie regionali mandati in smart working e che vengono vaccinati magari perche’ – suppone qualcuno – a breve si potrebbe tornare al voto, questo ha un’altra rilevanza in termini di moralita’ generale e pubblica.
Altra questione – ha proseguito Morra – sarebbe scoprire se attraverso falsa certificazione affiliati possano aver goduto di somministrazione del vaccino qualunque esso sia. La certificazione medica del falso sarebbe inaccettabile, ma giacche’ nella storia criminale c’e’ gia’ evidenza di certificazioni attestanti il falso, dobbiamo anche prendere in considerazione questa ipotesi e la dobbiamo verificare”. Morra ha precisato di aver chiesto la documentazione necessaria ad alcune regioni – non tutte – ma di non averla ancora acquisita.
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Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2021 - 09:32