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Napoli, osso di perone trapiantato al posto della mandibola

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Napoli, osso di perone trapiantato al posto della mandibola

A guardarla non si direbbe mai che la sua mandibola e’ una perfetta ricostruzione ricavata da un osso del suo perone. Un intervento chirurgico che a Lucia, 48 anni, casalinga di Pomigliano d’Arco, non solo ha salvato la vita, ma le consente, oggi, a distanza di un mese dalla maxi operazione, di parlare e mangiare senza problemi.

Lucia era affetta da un carcinoma ameloblastico della regione parasinfisaria e alla mandibola sinistra quando si e’ presentata al Pascale dall’equipe di Franco Ionna, direttore del dipartimento maxillo-facciale dell’Istituto dei tumori di NAPOLI. Grazie all’impiego di tecnologie avanzate di demolizione e ricostruzione personalizzata l’intervento ha previsto l’asportazione del tumore mediante la rimozione di una parte della mandibola. Mandibola che e’ stata poi ricostruita con un lembo osseo di perone della stessa paziente reimpiantato in microchirurgia utilizzando un modello costruito al computer e stampato in 3D in materiale plastico.

“In chirurgia maxillo-facciale le ricostruzioni mandibolari hanno da sempre rappresentato una sfida in termini sia di funzionalita’ che di estetica – spiega Franco Ionna – . Tra gli strumenti a nostra disposizione nel progettare un intervento demolitivo e ricostruttivo vi e’ la possibilita’ di utilizzare le nuove tecnologie CAD/CAM. Queste in particolare consentono la realizzazione di un oggetto progettato al computer (CAD) e la sua successiva stampa in manufatto (CAM). Un prototipo cosi’ ottenuto puo’ essere utilizzato nella fase pre operatoria per programmare con esattezza i margini della resezione e allo stesso tempo puo’ essere utilizzato per modellare il segmento osseo e la placca da ricostruzione. Tutto questo permette anche di ridurre i tempi dell’intervento”.

Lucia, al primo controllo dell’altro giorno, sta benissimo dal punto di vista estetico e funzionale e, soprattutto, e’ senza malattia. “Il Pascale non si e’ mai fermato – dice il direttore generale dell’Irccs, Attilio Bianchi – non solo nel garantire tutti i profili assistenziali ai tempi del Covid. Non si e’ mai fermato anche nella ricerca di soluzioni innovative al servizio dei nostri pazienti. Un lavoro di squadra mirabile, tra chirurghi anestesisti infermieri e tutti gli operatori, di altissima tecnologia e di grande abnegazione umana. Noi andiamo avanti cosi'”.


Articolo pubblicato il giorno 30 Aprile 2021 - 13:59



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