Si tratta di madre e figlia, di Cervinara. Agli inquirenti hanno riferito che il giovane avrebbe contattato la figlia per farsi raggiungere ad Avellino. La ragazza, coetanea di Limata a sua volta ha chiesto a sua madre di accompagnarla ad Avellino e insieme avrebbero poi incontrato Giovanni, che non indossava il giubbotto e non aveva i vestiti sporchi di sangue. Il giovane e’ apparso loro stravolto e avrebbe detto subito di aver aggredito il padre di Elena, ma non sapeva che fosse morto. La posizione delle due donne e’ al vaglio degli inquirenti. Potrebbero aver in qualche modo favorito la fuga del giovane.
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Intanto chiusi in carcere da venerdi’ scorso, in isolamento, Giovanni Limata ed Elena Gioia, i due fidanzati che hanno pianificato la strage della famiglia di lei, uccidendo poi il padre, Aldo Gioia, possono incontrare ora i loro legali. Il primo e’ stato Giovanni, il 23enne di Cervinara che ha sferrato 14 coltellate al potenziale suocero, che si era addormentato sul divano di casa. Il legale, Mario Villani, e’ stato a lungo a colloquio con il giovane che lo ha nominato nella mattinata di lunedi’ scorso, durante l’udienza di convalida. Quel giorno i due avevano potuto scambiare solo poche parole. Naturalmente la sua linea difensiva si preannuncia in contrasto con quella che terra’ Elena Gioia, il cui legale, l’avvocato Vanni Cerino, sara’ a colloquio con lei stamane. Giovanni, infatti, subito dopo essere stato arrestato ha attribuito a Elena la pianificazione della strage. Per la famiglia di lei, la ragazzina avrebbe cambiato completamente carattere dal momento in cui ha cominciato a frequentare il ragazzo piu’ grande di lei di quasi cinque anni e gia’ con un passato fatto di problemi con la droga, di un tentativo di suicidio e di vari episodi di violenza, anche nei confronti di suo padre.
Il legale di Elena Gioia sta preparando anche l’istanza al tribunale del Riesame per ottenere la scarcerazione della ragazza. Nell’appartamento di corso Vittorio Emanuele ad Avellino sono invece tornati ieri gli agenti della polizia scientifica, su disposizione della procura. Un sopralluogo in tutta la casa dove venerdi’ scorso si e’ consumato il delitto per ricercare tracce biologiche e ricostruire tutti i passaggi, per cercare riscontri alle testimonianze di Giovanni Limata, di Elena Gioia ma anche della moglie e dell’altra figlia della vittima.
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