Secondo le prime ricostruzioni della polizia, che ha scatenato una caccia all’uomo con posti di blocco in tutta l’Attica, l’esecuzione e’ stata opera di due uomini su un motorino, che attendevano il reporter. Appena sceso dall’auto, e mentre era a pochi metri dal portone, Karaivaz e’ stato colpito a bruciapelo dal passeggero della moto: sei volte, ha detto la polizia, che sul posto ha trovato 17 bossoli.
La Scientifica sta ora esaminando questi reperti per capire se l’arma usata nell’omicidio sia stata usata in qualche altra azione criminale. Vengono interrogati testimoni e si cercano i filmati delle telecamere presenti nella zona. Gli investigatori ritengono che l’agguato sia stato preparato con cura, con i sicari che conoscevano le abitudini del reporter. Karaivaz – molto conosciuto dal pubblico televisivo per i suoi reportage di ‘nera’ ma anche sull’operato della polizia – stava tornando a casa dopo aver partecipato ad una trasmissione sull’emittente Star.
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I primi soccorritori lo hanno trovato riverso sull’asfalto, gia’ privo di vita. Karaivaz non aveva denunciato minacce contro di lui, ne’ aveva chiesto una scorta. Il giornalista, sposato e padre di un adolescente, aveva lavorato per anni per la tv Ant1, prima di passare a Star, ed era collaboratore del quotidiano Eleftheros Typos. I social media sono stati subito inondati di messaggi di cordoglio e sul sito personale del giornalista, bloko.gr, i collaboratori del reporter hanno scritto che “Giorgos Karaivaz non e’ piu’ con noi. Qualcuno ha deciso di farlo tacere con i proiettili, per fargli smettere di scrivere i suoi articoli. Per noi, che in questi anni abbiamo collaborato con lui, sotto la sua guida nei momenti difficili, che abbiamo condiviso con lui il vino, che siamo stati onorati della sua amicizia, sono ore molto dure”.
“L’omicidio del giornalista George Karaivaz ci ha scioccati tutti. Le autorita’ stanno gia’ indagando sul caso per arrestare gli autori e assicurarli alla giustizia. Esprimiamo il nostro dolore e le nostre sincere condoglianze alla sua famiglia”, ha detto la portavoce del governo Aristotelia Peloni. Anche se attentati incendiari o atti vandalici contro le sedi dei media sono abbastanza comuni in Grecia, raramente sono stati presi di mira i giornalisti. Nel luglio scorso, il proprietario di tabloid Stefanos Chios era stato ferito a colpi di pistola da un uomo a volto coperto, ma era sopravvissuto. Il precedente piu’ noto e’ quello del giornalista investigativo Socratis Giolias – che secondo la tv pubblica Net stava lavorando all’epoca a un’inchiesta su fatti di corruzione – ucciso nel 2010. Un oscuro gruppo di estrema sinistra rivendico’ l’omicidio, ma il caso non e’ mai stato risolto.
Unanime il cordoglio e la condanna delle istituzioni europee e dei media internazionali.
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