È una vicenda controversa in cui a volte si deve sospendere il giudizio, perché il protagonista, Dante, non è certamente un’anima candida, tutt’altro: nichilista, cinico e manipolatore, o lo si ama o lo si odia, non possono esistere mezze misure. Dante è un aspirante scrittore, ed è frustrato da un mondo editoriale che probabilmente non comprende il suo genio; insieme alla sua fidanzata Elena cerca di sopravvivere nella periferia bolognese, tra affitti pagati in ritardo, dipendenze varie e bizzarri dialoghi intrattenuti con scrittori e filosofi morti da tempo, fonti di ispirazione di argute citazioni. Alternando prima e terza persona, l’autore ci conduce in una storia tragicomica in cui una coppia di innamorati si immerge totalmente nei due impulsi che dominano l’essere umano: Eros e Thanatos; un inabissamento nell’erotismo più sfacciato, in un nevrotico egotismo e, in ultimo, nella colpa più nera. Dante ed Elena decidono infatti di commettere un omicidio per liberarsi da una vita di affanni: uccidendo l’anziana signora Scalpini e modificando il suo testamento potranno finalmente avere un’esistenza serena, trasferirsi a Parigi e magari rilevare la libreria Shakespeare and Company. Vincenzo Spinelli mette in scena un teatro dell’assurdo in cui i veri protagonisti sono gli eroi letterari di Dante: scrittori come Fedor Dostoevskij, Louis-Ferdinand Céline, Mark Twain, Luigi Pirandello, Edgar Allan Poe e Franz Kafka, ma anche figure storiche come il filosofo Socrate e il condottiero Spartaco, accolgono le sue riflessioni e diventano i motivatori delle sue azioni; nelle conversazioni brillanti e divertenti con questi fantasmi si guarda nell’abisso dell’anima di Dante e si comprende la ragione profonda del suo agire folle e sconsiderato. L’autore presenta una storia che può suscitare sentimenti di avversione se ci si ferma alla superficie ma che poi, scavando a fondo, porta a riflettere sul complicato mondo moderno, in cui la precarietà e l’insoddisfazione generano mostri che alla fine sono più spaventati che spaventosi, ma non per questo meno pericolosi.
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“Dante e la Tartaruga” è la storia contemporanea (e folle) di due innamorati che vivono nella periferia bolognese. Stanchi di condurre un’esistenza ai margini della società ed esausti di vacillare perennemente sulla soglia della povertà, decidono di commettere un omicidio per appropriarsi del patrimonio della ricca e odiosa signora Scalpini, così da poter poi rilevare la libreria Shakespeare and Company di Parigi. Il protagonista, Dante Chitano, da anni sogna di fare lo scrittore ed Elena Bugetti vorrebbe soltanto vivere serenamente insieme a lui. Riusciranno, al termine di questa avventura surreale e rocambolesca, a coronare i loro sogni?
Vincenzo Spinelli (Como, 1985) è un corriere di giorno e uno scrittore di notte. Amante della letteratura surrealista, satirica, dell’assurdo e di quella proibita, nel 2016 vede menzionato il suo racconto “In bilico vacillo su un mio capello perso sul cuscino” al Salone internazionale del libro di Torino. Da quel momento ha iniziato a scrivere. Pubblica per la casa editrice Il Seme Bianco il suo romanzo d’esordio “Dante e la tartaruga”. Sul sito Raccontinellarete.it si possono trovare alcuni suoi racconti.
Casa Editrice: Il Seme Bianco
Collana: Magnolia
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 127
Prezzo: 12,90 €
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