L’infusione degli anticorpi monoclonali a 34 pazienti e il trattamento a domicilio di circa 400 ammalati stanno riducendo i ricoveri negli ospedali.
quanto si legge in una nota della Asl Napoli 2 nord. Sono già trentaquattro, infatti, i pazienti residenti sul territorio dell’Asl Napoli 2 Nord che sono stati sottoposti a terapia con gli anticorpi monoclonali, tutti sono in uno stato di salute soddisfacente e non hanno avuto necessità di ricorrere alle cure ospedaliere.Le terapie monoclonali sono state approvate in via temporanea dall’Aifa e rese disponibili al sistema sanitario nazionale dal commissariato di Governo all’emergenza coviD lo scorso 17 marzo.Questo tipo di terapia, permette in molti casi una remissione dei sintomi più gravi della malattia nell’arco di poche ore. Si tratta di anticorpi prodotti in laboratorio che possono essere somministrati ai pazienti che si trovano ancora in una fase iniziale della malattia e che permettono di rinforzare le difese immunitarie dei pazienti. L’indicazione terapeutica prevede che questo particolare tipo di farmaci ad alto costo possa essere somministrato solo ad alcune categorie di pazienti, le cui condizioni di salute siano tali da far prevedere un decorso nefasto della malattia.
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“Il corretto utilizzo di questa tipologia di farmaci può determinare una drastica riduzione della mortalità per COVID19 ed una minore ospedalizzazione – dice Antonio d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord -. Il trattamento coi monoclonali può avvenire solo con una buona organizzazione complessiva: i tamponi devono essere tempestivi, il medico di famiglia deve reclutare correttamente, il reparto ospedaliero deve rapidamente valutare il caso ed arruolare il paziente.In questa terza ondata i nostri reparti ospedalieri hanno registrato una minore pressione rispetto al passato, in virtù di una maggiore efficienza dell’assistenza domiciliare e territoriale e di una migliore gestione dei casi già in una fase precoce della malattia”.
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L’Asl Napoli 2 Nord ha iniziato ad utilizzare gli anticorpi monoclonali dai primi di aprile ed ha valutato cinquantasei pazienti segnalati dai medici di famiglia e dai medici delle unità speciali covid19. A seguito di queste segnalazioni, il responsabile aziendale per questo tipo di farmaci ha valutato come reclutabili al trattamento coi monoclonali trentaquattro pazienti.
Articolo pubblicato il giorno 16 Aprile 2021 - 08:12