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“Qui Cristo continua a essere crocifisso”. E’ uno dei momenti piu’ toccanti della messa celebrata nello stabilimento Whirlpool di via Argine a Napoli dall’arcivescovo della citta’, monsignor Domenico Battaglia. Vestito di azzurro e viola chiaro, don Mimmo, come preferisce farsi chiamare, dal palco del teatro aziendale, allestito con lo striscione azzurro “Napoli non molla” che lo sormonta e con uno bianco in basso, che recita “Non c’e’ dignita’ senza lavoro”, dove una lavatrice affianca l’altare, ha parole forti nell’omelia.
“La vita di ogni essere umano vale piu’ di tutto l’oro dell’uomo piu’ ricco del mondo – esordisce – in questa espressione e’ racchiuso il senso della mia presenza qui, in mezzo a voi. Ho voluto essere presente qui nel primo giorno della Settimana Santa, la settimana della Passione di nostro signore Gesu’, perche’ la cosa piu’ importante e’ sostare accanto alla santita’ delle lacrime, accanto alle infinite croci di oggi, dove Cristo continua a essere crocifisso. Qui Cristo continua a essere crocifisso. Sulla vostra carne si sta perpetuando ancora la Passione del Signore. Ho scelto stasera di essere qui in mezzo a voi per portare tutte le ansie, le preoccupazioni, le paure che in questo momento stanno agitando il vostro cuore, ma anche la speranza, e porre questa speranza nel cuore di Dio”.
E al momento delle offerte, gli operai della fabbrica che ha sbarrato in cancelli il 31 ottobre e, porgono al presule una divisa, “simbolo di sacrificio e dedizione al lavoro”, offrendo le loro paure e chiedendo di poterla indossare “ancora con fierezza e con amore proprio come nel tempo l’hanno indossata i nostri padri”; e poi le scarpe, con cui hanno “camminato a lungo nelle strade dei tanti riconoscimenti avuti ma anche delle proteste e delle battaglie”; e persino lo striscione che ha aperto ogni loro corteo, “simbolo della forza, della resistenza e del coraggio di affrontare questo difficile momento, ma anche segno di speranza di cambiamento per noi e per il Paese intero”. Dopo la fine della celebrazione eucaristica, don Mimmo affida un grappolo di palloncini bianchi e gialli a una bimba e le chiede di farli volare.
“Questa Chiesa vuole sporcarsi le mani e lo faro’ con voi lavoratori e lavoratrici. Solo insieme possiamo fare la differenza, coraggio si continua a lottare stando in piedi e con le mani elevate al cielo, non in segno di resa ma di resistenza sempre”. Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli, mons. Domenico Battaglia, nel corso della sua omelia alla celebrazione della messa nello stabilimento di Whirlpool a Napoli. Battaglia ha ricordato che “la parola lavoro ricorre 19 volte in Costituzione, secondo solo a legge.
Il lavoro deve sfamare, vestire, produrre ma soprattutto a valorizzare la persona, non a umiliarla. Questo era un luogo di grande qualita’ del lavoro e di serenita’ tra lavoratori e dirigenti, poi sono subentrate logiche di profitto, so che sono stati fatti accordi per salvataggi poi non rispettati. Chiedo alle istituzioni e al governo in particolare come si possono lasciare 340 famiglie senza lavoro, reddito e speranza. E a questi vanno aggiunti i 650 dell’indotto. Come cancellare un questa fabbrica che era un modello e di cui governo aveva finanziato ammortizzatori sociali.
La Chiesa di Napoli e’ accanto a voi e condivide la vostra sofferenza e chiede che si cerchino senza indugio strade per trovare una soluzione per riaccendere la speranza nei vostri occhi”. L’arcivescovo si e’ rivolto ai lavoratori, sottolineando “cari amici, lottate sempre, lottate uniti perche’ le divisioni fanno gioco di altri. Non fatevi prendere dalla spirale pessimismo. La Chiesa di Napoli vi e’ vicina e guarda a nuove strade percorribili da proporre, insieme cerchiamo il bene comune per ritrovare l’anima di questa citta’. Mi auguro che ancora si cerchi una mediazione o quantomeno si garantisca a voi di poter guardare alle vostre viste famiglie, se non succedera’ non potremo tacere. Il male e’ anche di chi si gira da altra parte. Se le leggi dell’economia sono contrarie a quelle della vita, si devono cambiare. E’ inaccettabile anche una politica che la promuove e la svincola dalla responsabilita’.
Ora non servono parole ma gesti concreti. Stasera da qui parte il coraggio di scegliere da che parte stare e di sporcarsi le mani, non serve a nulla avere le mani pulite se si tengono in tasca”. L’arcivescovo ha ricevuto al termine della messa in regalo la divisa e le scarpe degli operai e ha poi letto un messaggio dei lavoratori all’esterno della sala poi ha fatto volare insieme a una bambina dei palloncini gialli.
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