La seconda Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato il carcere a vita a Giuseppe Montanera, killer del clan Abbinante.
E’ ritenuto l’esecutore materiale del raid avvenuto il 9 ottobre 2012 in cui venne ucciso Salvatore Barbato, 27 anni, e ferito Luigi Russo, 42 anni, deceduto alcune settimane dopo in ospedale. Rimodulate le pene per altri tre affiliati della Vanella Grassi, condannati per l’omicidio di uno di loro, Gennaro Spina, ucciso il 23 ottobre 2012, nell’ambito di un’epurazione interna. Trent’anni di reclusione a Luigi Aruta e ad Alessandro Grazioso. Venti anni di reclusione invece per Antonio De Vita. Quelli di Barbato, Russo e Spina sono omicidi inquadrati nella cosiddetta terza faida di Scampia.
Per l’omicidio di Spina venne anche condannato in primo grado il boss Antonio Mennetta che pero’ non ha mai fatto istanza di appello: la pena e’ poi diventata definitiva. Ieri, invece, la terza sezione della Corte di Assise di Napoli ha condannato all’ergastolo e all’isolamento diurno della durata di un anno i boss di Secondigliano Arcangelo Abete, Arcangelo Abbinante e Giovanni Esposto, “detto ‘o murto”, in relazione all’omicidio di Ciro Nocerino, ucciso nel 2011, anche lui nell’ambito di una epurazione interna al clan. I giudici hanno accolto le richieste del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Maurizio De Marco.
Articolo pubblicato il giorno 2 Marzo 2021 - 22:26