“Rimaniamo sconcertati perché a causa di un incentivo applicato da funzionari delle Asl alle retribuzioni dei medici convenzionati campani dell’emergenza sanitaria 118, a seguito di una delibera regionale che attribuiva l’indennità di euro 5,16, si voglia adesso, dopo 20 anni di distanza, nel pieno della pandemia da coronavirus pretendere arretrati a tutti i medici del 118 della Campania. Si tratta di somme che arrivano anche a centomila euro e tale richiesta ha il sapore punitivo per una categoria medica che è in prima linea contro il coronavirus”.
“La Regione Campania deve chiarire quale sia il destino del 118 nella nostra regione. Questa vicenda è emblematica perché rischia di azzerare il servizio dell’emergenza con una fuga di tutti i professionisti da questo settore medico. Per di più non vorremmo che dietro a questa vicenda si celasse la volontà di privatizzare il servizio, aprendo a cooperative e a imprenditori privati”.
“Per queste ragioni è più che mai giusta la proclamazione dello sciopero del 26 marzo prossimo in Campania, con il fermo di tutti i medici del 118 che operano sulle ambulanze. Il Sindacato Medici italiani è al fianco di questa protesta e auspica un pronunciamento chiaro della Regione Campania e del Presidente De Luca sul futuro del 118”, conclude il segretario regionale campano dello SMI.
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