foto di repertorio
Arienzo – Il sindaco di Arienzo riceve la prima dose di vaccino pur non rientrando in alcuna categoria già inserita nella campagna per la profilassi e finisce sotto accusa.
Giuseppe Guida, anche presidente dell’Agis di Caserta, ha ricevuto la prima dose del vaccino contro il coronavirus presso la struttura ospedaliera di Maddaloni in concomitanza con i vigili urbani del suo paese. La cosa ha scatenato un polverone, ma lui si è difeso dicendo di «aver mandato una mail all’Asl e di essere stato convocato 24 ore dopo».
Una procedura alquanto anomala quella raccontata dal sindaco dal momento che, come è noto, la convocazione, solo per le categorie inserite nel piano, avviene via sms e dopo la registrazione sulla piattaforma Sinfonia. «Mi stanno facendo solo pubblicità – insiste Guida che si difende – non ho sbagliato io. Parlerò col prefetto per spiegare le mie ragioni, il resto sono solo chiacchiere».
Guida è tra i primi sindaci del Casertano che ha ricevuto il vaccino, senza contare, ovviamente, quelli che operano nel mondo sanitario, della scuola, dell’università e appartengono alle forze dell’ordine. Le accuse arrivano sia dalla minoranza che da altri esponenti politici dei comuni della Valle di Suessola, secondo i quali il primo cittadino avrebbe preso il posto di qualcuno, in quanto la campagna vaccinale per sindaci non è ancora partita perché il presidente dell’Anci De Caro ha rifiutato la proposta dei parlamentari di avviarla prima di altre categorie più rischio.
La minoranza ha annunciato di querelarlo e di vederci chiaro. Il gruppo «Arienzo è tua», che non siede in Consiglio comunale, mette i puntini sulle i sottolineando che «il sindaco si è vaccinato senza averne diritto». «Il sindaco – dicono ancora gli esponenti del movimento molto attivo sul territorio – si è autocandidato sulla piattaforma regionale per una campagna vaccinale dedicata alle forze dell’ordine. È diventato, per caso, vigile urbano? Riteniamo, politicamente e umanamente, gravissimo e di bassissimo profilo per un rappresentante delle istituzioni, un primo cittadino, «approfittare» della sua posizione per vaccinarsi prima di categorie più a rischio, come malati oncologici, disabili, over 70. Legalmente, invece, ci aspetteremmo un’azione della minoranza che interessasse gli enti preposti, ma c’è poco da sperare da chi teme anche di scrivere alla Prefettura per fare valere le proprie ragioni istituzionali.
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