Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta, su delega della Procura di Santa Maria Capua Vetere, ha sequestrato le disponibilità finanziarie della “Rosangeles Srl”, esercente l’attività di “commercio all’ingrosso di carne fresca, congelata, surgelata”, con sede in via Pasteur a Caserta. Sigilli anche alle liquidità dei vari rappresentanti legali avvicendatisi nella conduzione della stessa, ovvero la 67enne Rosita Razzano e del 31enne Biagio Scotti. Sequestro da un valore complessivo di circa 4,5 milioni di euro.
Il sequestro preventivo è stato disposto, su richiesta dell’Ufficio Giudiziario, dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere fino al valore limite di circa 4,5 milioni, pari al profitto illecito derivante dall’evasione delle imposte Iva ed Ires relative agli anni d’imposta dal 2014 al 2016. L’esecuzione del provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di un’attività di indagine, al fine di approfondire sotto il profilo delle responsabilità penali e delle correlate fonti di prova, gli esiti del controllo fiscale eseguito nel 2017 dalla locale Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate nei confronti della ‘Rosangeles Srl’.
Questo in piena attuazione del Protocollo investigativo in materia di reati tributari siglato dall’Ufficio Giudiziario con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Caserta, al fine di assicurare il miglioramento dell’efficacia complessiva e della tempestività dell’azione di contrasto all’evasione fiscale e il proficuo svolgimento delle indagini nello specifico settore con il coordinamento di questa Procura.
In particolare, le attività investigative hanno permesso di accertare come la “Rosangeles” nella dichiarazione ai fini dell’Iva, per l’anno 2014, abbia indicato elementi attivi inferiori a quelli realmente conseguiti con una conseguente evasione di imposta pari a 1.095.368 euro e che per le annualità d’imposta 2015 e 2016 la medesima società abbia invece omesso di presentare le prescritte dichiarazioni, con una conseguente evasione complessiva d’imposta pari a 3.399.988 euro.
Conseguentemente, i legali rappresenti pro tempore sono incorsi, con tali condotte, nella violazione delle fattispecie delittuose di “dichiarazione infedele”, nonché di “omessa dichiarazione”.
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