I due malviventi venerdi’ scorso a Marano sono stati investititi e uccisi dopo avere rapinato al giovane un prezioso Rolex. Nei confronti di Greco la Procura di Napoli Nord ha emesso un decreto di fermo, eseguito dai carabinieri, con l’accusa di duplice l’omicidio volontario. Per l’ufficio inquirente guidato dal procuratore facente funzioni Carmine Renzulli, sarebbe stato Greco ad investire i due rapinatori i quali per sottrargli il costoso Rolex Gmt in acciaio e oro che aveva al polso, hanno agito armati di una pistola risultata vera con tanto di colpo in canna.
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Diverse telecamere hanno ripreso la parte finale dell’inseguimento, lo speronamento senza accenno di frenata da parte della Smart, il violentissimo urto contro un muro di entrambi i veicoli, e anche cio’ che avviene dopo, quando il conducente dell’auto si avvicina ai cadaveri, torna in auto, tenta di rimetterla in moto per poi allontanarsi in sella a uno scooter guidato da un giovane che stava transitando. Greco, venerdi’ sera, si era difeso dicendo al pm Paolo Martinelli di aver subito la rapina dell’orologio, della Smart e dei soldi (200 euro mai ritrovati), e che, dunque, non poteva esserci lui alla guida quando c’e’ stato l’impatto. Una versione risultata piena di lacune e contraddizioni, che ha spinto gli inquirenti a denunciare Greco. Agli atti anche un vocale inviato alla fidanzata: “Sto con la macchina mia, si sono rubati la macchina, sono andato a vedere… per vedere se li acchiappavo, si sono schiattati nella via del Padreterno, si sono uccisi…”.
Gli approfondimenti dei carabinieri di Marano, pero’, hanno consentito di reperire altre preziose immagini da abitazioni private della zona dove e’ avvenuto l’impatto, in via Antica Consolare Campania: tra queste anche dello speronamento e dell’inseguimento scattato dopo la rapina. C’e’ poi la testimonianza di due guardie giurate, le quali hanno ammesso di aver visto Greco inseguire lo scooter a grande velocita’. Il 26enne (incensurato, difeso dall’avvocato Domenico Della Gatta) che con la fidanzata gestisce la vendita on-line di capi di abbigliamento, potrebbe ad ammettere le proprie responsabilita’ nell’interrogatorio di garanzia che si dovrebbe tenere tra oggi e domani.
Si e’ svolto, intanto, nell’ospedale di Giugliano in Campania l’autopsia sui due cadaveri che ha confermato la morte sul colpo di Chirollo e Romano per traumi e fratture subiti (uno e’ finito contro un palo, l’altro contro un muro); l’accertamento il cui esito complessivo sara’ reso noto nelle prossime settimane, dovra’ accertare anche se Greco, dopo aver speronato il Tmax, sia anche passato con le ruote sopra sui corpi ormai a terra, come ipotizzato nell’immediatezza dei fatti. In corso l’identificazione del giovane in scooter che ha dato il passaggio a Greco. Nessuna traccia infine dell’auto al cui interno, secondo il 26enne, c’erano dei complici di Chirollo e Romano.
A firmare il provvedimento restrittivo d’urgenza il pm di Napoli Nord, Paolo Martinelli. La sera del 26 marzo scorso, tutto si consumo’ in poco tempo. A dare il primo allarme al numero di emergenza dei carabinieri, un automobilista che aveva notato in via Antica Consolare Campana il fumo uscire da un’auto bianca contro un muro e poi i corpi di due persone sull’asfalto. Un incidente stradale, disse agli operatori. Sono le 19.37. Alle 19.41 arriva anche la telefonata di una guardia giurata, e alle 19,45 sul posto e’ una pattuglia della polizia municipale. A segnalare a questa la pistola per terra, altri due vigilantes, che raccontano anche di essere stati sorpassati mentre erano a bordo della loro vettura in via San Rocco da una Smart bianca For 4 che sembrava inseguire uno scooter potente. Il 118 intanto constata la morte di Chirollo e Romano, probabilmente sul colpo, investiti dall’auto, e i carabinieri cominciano a indagare.
Nel frattempo, negli uffici della stazione di Marano, alle 19.56 si presenta Greco, con una ferita sanguinante alla mano; poi ci ripensa, va via. Ritorna, accompagnato dal fratello Mattia, alle 20.15. “Erano in due, mi hanno minacciato con la pistola, hanno preso il Rolex (un Gmt acciaio e oro, trovato poi sull’asfalto, ndr.) e poi mi hanno colpito con l’arma alla mano e mi hanno portato via anche l’auto, guidata dal passeggero dello scooter”, mette nero su bianco. “Appariva evidente la coincidenza dei due veicoli (trovati in strada, ndr.) con quelli della rapina denunciata”, scrive il pm.
A. D’A., fidanzata di Greco, riferira’ agli inquirenti che era stata tutto il pomeriggio in giro con lui; Greco l’aveva poi accompagnata nella sua abitazione a Marano dalla quale era andata via intorno alle 19. Circa 41 minuti piu’ tardi le aveva mandato un vocale via WhatsApp, raccontando che gli avevano preso la macchina e si erano schiantati: “Sto con la macchina mia… si sono rubati la macchina …sono andato a vedere per vedere se gli acchiappavo… si sono schiattati nella via del padreterno si sono uccisi questi figli di lo sanno loro che hanno combinato”. Le immagini di videosorveglianza di sistemi privati lungo quelle due strade ricostruiscono i passaggi sia della vettura che dello scooter. Greco al pm in un primo tempo aveva negato di avere inseguiti i suoi rapinatori circostanza discrepante con quanto aveva raccontato nel messaggio alla fidanzata.
Messo alle strette ritratta la versione e dice che si era fermato un ragazzo che conosceva con il motorino cui aveva chiesto di accompagnarlo a vedere dove si trovassero i miei rapinatori. “Ho trovato la macchina per strada… c’era un macello di macchine e motorini… due ragazzi a terra… ho anche guardato se poteva esserci il mio orologio”, dice. E ricostruisce persino grazie Google maps il tragitto che avrebbe fatto a bordo di questo ipotetico motorino con questo ipotetico amico. In effetti le immagini delle telecamere mostravano il passaggio in via Antica consolare in direzione opposta a quella descritta da lui di un ciclomotore con a bordo due persone, una delle quali, il passeggero, e’ proprio Giuseppe Greco.
Purtroppo le immagine dei sistemi di videosorveglianza in via Antica Consolare Campana immortalano il momento dell’impatto e quando dalla vettura scende il conducente che passa dietro la macchina e si avvicina a entrambi i cadaveri. A questo punto arriva il ciclomotore con un’altra persona che prende il conducente della macchina e lo porta via. Il passeggero di questo ciclomotore si e’ identificato senza ombra di dubbio come Giuseppe Greco, identico nell’abbigliamento a quello che lui porta quando arriva in caserma. Per il pm, inoltre, il movente e’ una reazione di impeto, la voglia di vendicarsi per la rapina appena subita, e anche sorretto dal dolo “essendo la morte dei due rapinatori conseguenza assolutamente certa di un investimento voluto”.
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