La Procura della Repubblica di Napoli che indaga sul caso del neonato ustionato sta facendo delle verifiche anche sul comportamento di un equipaggio del 118
Dalle indagini è emerso infatti che il giorno del parto i medici del 118 entrarono in casa, medicarono il bimbo e la madre e consigliarono un ricovero. Ma la donna rifiuto’ e i medici andarono via. E sul caso non risultano denunce o segnalazioni. Su questo aspetto sta indagando la Procura di Napoli che ha sequestrato la scheda di un primo intervento del 12 marzo in via Diaz a Portici del 118. Quella mattina era nato un bimbo con un parto in casa, il neonato che quattro giorni dopo e’ stato ricoverato al Santobono di Napoli con ustioni sul corpo ed e’ ancora in prognosi riservata dopo un intervento chirurgico.
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Gli accertamenti investigativi dei carabinieri sono in corso proprio sulla dinamica dei soccorsi. Secondo quanto, si e’ appreso i sanitari avevano spiegato ai genitori del bimbo, lui 46 anni e lei 36 e con problemi mentali, arrestati ieri per maltrattamenti in famiglia con lesioni gravi, la necessita’ del ricovero che la coppia invece rifiuto’, temendo di perdere il bambino come i figli precedenti, che sono in comunita’. Martedi’ 16 marzo i carabinieri, chiamati dal padre del piccolo che oramai stava male, a causa forse di un bagnetto troppo caldo o dell’uso di prodotti detergenti aggressivi se non di candeggina, e di nuovo il 118, si sono recati in quell’abitazione e proceduto al ricovero della mamma e del bambino. E c’e’ un altro particolare all’attenzione della Procura e riguarda la decisione di togliere la patria potesta’ ai genitori, che sarebbe avvenuta due giorni dopo la nascita del bambino con un’ordinanza del Tribunale dei Minori.
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Secondo quanto si e’ appreso, i sanitari intervenuti venerdi’ scorso nell’abitazione di Portici, dopo avere reciso il cordone ombelicale, hanno tentato di far ricoverare mamma e figlio, ma al diniego opposto dalla coppia hanno lasciato l’abitazione. La circostanza e’ al vaglio degli inquirenti che stanno concentrando la loro attenzione sull’accaduto: i carabinieri, su disposizione della Procura, hanno quindi acquisito la scheda di intervento presso la centrale operativa del 118 di Napoli est.
LA POLEMICA DEL SINDACO DI PORTICI
E sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Portici, Enzo Cuomo che in un lungo post ha spiegato cosa è accaduto in quell’appartamento: “… I Carabinieri di Portici chiamati dal compagno della donna e non da un Consigliere Regionale come erroneamente riportato, si sono recati sul posto insieme ai nostri Assistenti Sociali e alla Polizia Municipale trovando un neonato in gravi condizioni di salute con evidenti segni di abrasioni sulla testa e sugli organi genitali.
La donna ed il compagno sono stati tratti in arresto e il bambino ricoverato al Santobono.
Una donna con evidenti problemi psichici, ben noti al Tribunale ed alla Procura dei Minori, che in pochi anni ha cambiato diverse volte residenza spostandosi da un quartiere all’altro della Citta’ di Napoli, probabilmente per non farsi intercettare dai Servizi Sociali delle varie Municipalita’ del Comune di Napoli, considerato che il Tribunale dei Minori aveva gia’ disposto la perdita della genitorialita’ affidando due figli minori ad una Casa Famiglia a Cirò, in Calabria.
Un passato già segnato da eventi drammatici, dato che sempre in Calabria, il compagno era stato tratto in arresto a seguito di maltrattamenti e violenze e sempre li la Donna era stata sottoposta a TSO in quanto accertato dalle Autorita’ Sanitarie un grave disagio psichico.
Nel settembre 2020, quindi in piena pandemia, la donna fissa la propria residenza a Portici presentando all’anagrafe un regolare contratto di fitto registrato ai sensi di legge.
I nostri Servizi Sociali ancor prima che la Donna avesse anagrafato la residenza si erano interfacciati con il Tribunale dei Minori e con la Procura Minorile a cui il 27 agosto avevano segnalato la situazione e l’evidente disagio con le gravi criticita’ della Donna e dei figli minori che attualmente sono in Casa Famiglia in Calabria.
CUOMO: “NO ALLE SPECULAZIONI POLITICHE”
Il Tribunale come per legge ha nominato un Curatore per i Minori poi diventata Tutore ed il 9 marzo, cioe’ pochi giorni fa, si è tenuta una udienza i cui verbali non sono stati ancora trasmessi al Comune.
Occorre far chiarezza su questa vicenda, nonostante si tratti di un dramma che coinvolge dei minori, in quanto puntuali sono comparsi gli Sciacalli alla ricerca di brandelli politici di notorietà e consensi e che con ripugnanti attivita’ hanno iniziato a speculare su una vicenda che tratta della vita di un neonato.
Questi schifosi personaggi hanno utilizzato le menzogne a cui sono soliti rifarsi per diffamare l’operato delle nostre Assistenti Sociali che anche in questa vicenda hanno mostrato professionalita’, dedizione ed impegno andando ben oltre i propri compiti d’ufficio e assumendo in carico la vicenda ben prima che la donna fissasse la residenza a Portici e nonostante le reticenze e le pratiche sfuggenti delle due persone.
E’ assolutamente falso come scrive con fare cialtronesco un Consigliere di Minoranza che questa donna fosse seguita nel Progetto Millegiorni.
Cercare di colpire il Sindaco, il Dirigente dei Sevizi Sociali e gli Assistenti Sociali in una vicenda tanto tragica ed umanamente assurda è una attivita’ ripugnante tipica di chi si comporta come uno Sciacallo.
Dopo alcuni incontri con i nostri Servizi Sociali sia la donna che il compagno si sono sistematicamente sottratti ai successivi incontri adducendo motivi quali le norme antiCOVID sugli spostamenti, difficoltà’ di carattere personale ad incontrarsi e finanche accessi presso l’abitazione non concordati, cioe’ a sorpresa, hanno consentito una interlocuzione con la donna ed il compagno.
In uno Stato di diritto solo un provvedimento della Autorita’ Giudiziaria puo’ limitare la libertà’ personale o revocare la funzione genitoriale, non esiste una legge che impedisca la gravidanza a qualunque donna. Bisognerebbe spiegarlo a quegli Sciacalli la cui cialtroneria politica ed istituzionale ha oltrepassato i limiti della umana tolleranza.
Queste persone per le menzogne scritte sui social e sui giornali saranno citate in giudizio in sede civile per la lesione dell’immagine procurata alle figure istituzionali, dirigenziali e funzionarie colpite per le diffamazioni volutamente perpetrate a scopo politico”.
Articolo pubblicato il giorno 19 Marzo 2021 - 08:02