«Con legittimi dubbi e non poche perplessità apprendiamo, in queste ore, dei primi dettagli del Piano Vaccini messo in atto dal Commissario Straordinario, il Generale Figliuolo.
Leggendo i punti chiave del progetto, che prevede una distribuzione massiccia ed efficace dei vaccini e soprattutto l’immunizzazione dell’80% della popolazione entro settembre con la previsione, ci auguriamo realistica, di 500mila somministrazioni al giorno su base nazionale, li riteniamo certo congeniali all’emergenza, ma rimaniamo sorpresi negativamente di fronte ad un piano operativo che prevede per gli infermieri dipendenti solo un ruolo marginale.
Si legge chiaramente che “verrà dato impulso all’accordo per impiegare medici di medicina generale (fino a 44 mila), odontoiatri (fino a 60 mila), medici specializzandi (fino a 23 mila) e solo se necessario, si prevederà l’assunzione di medici e infermieri a chiamata, in aggiunta agli oltre 1700 già operativi”.
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Che dire? Si rischia di commettere l’ennesimo errore madornale, e vogliamo sperare, in tal senso, che l’entourage del Generale si conceda dei margini di flessibilità e ascolti il nuovo appello che stiamo rivolgendo, prendendo in considerazione le nostre proposte o quelle della FNOPI, che viaggia sulla nostra stessa lunghezza d’onda».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, commenta i contenuti del piano vaccini che emergono dal progetto del Commissario Straordinario all’Emergenza.
«Come è possibile non rendersi conto che disponiamo delle forze migliori possibili e le abbiamo già in casa?
Ci chiediamo come sia possibile destinare agli infermieri solo un ruolo marginale, quando essi rappresentano la figura professionale che per legge può svolgere i vaccini in modo autonomo (oltre a quella del medico chiamato però, tra le altre cose, anche a supervisionare possibili reazioni avverse dei pazienti). Come è possibile aver dimenticato che gli infermieri, sul campo, negli ultimi 12 mesi, hanno dimostrato ancora una volta la propria grande competenza e propensione alla sfida più difficile, che hanno messo in gioco esperienza e qualità professionali e umane, esponendosi al rischio per il bene dei pazienti e sorreggendo con le proprie mani il peso di un sistema sanitario disastrato?
Gli infermieri italiani sono un valore fondamentale e determinante per questa ennesima battaglia da vincere: riservare loro solo un ruolo secondario in questo piano vaccini, includendone la presenza solo se necessario, come ahimè si legge nei contenuti del piano, e quindi decidendo di non coinvolgere quei 100mila colleghi, di cui 30mila ambulatoriali, già presenti nelle Asl, ma immaginando di utilizzarli soltanto a chiamata, ci sembra davvero l’ennesimo salto nel buio.
Abbiamo il serio timore che le conseguenze ricadranno sui pazienti, sui cittadini, che rischiano, speriamo non sia così, di non avere a disposizione quel gran numero di professionisti dell’infermieristica, che possono contribuire a portare tutti fuori da questo buio tunnel nel più breve tempo possibile».
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