Il sindaco: “Un gruppo di giovani che vanno al supermercato dopo le 18.00 solo per stare insieme, sostituendo il bar o il localino”
Dopo tredici mesi c’era da aspettarselo. Dopo aver tolto loro la scuola, le uscite, i locali e addirittura le passeggiate al parco o nelle piazze, era impensabile che stessero 24 ore al giorni seduti su una sedia o su un divano.
Così chiudendo bar e ristoranti, non solo abbiamo ucciso di fatto un settore indispensabile per l’economia di tutto il paese, ma abbiamo anche spinto i ragazzi a trovare strade alternative, andando ad affollare luoghi già saturi di per sé.
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A denunciare questa situazione è il sindaco di Casal di Principe Renato Natale:
“Mi dicono di gruppo di giovani che vanno al supermercato dopo le 18.00 solo per stare insieme, sostituendo il bar o il localino con il supermercato; trovano la scusa di una piccola spesa per uscire e starsene a fare due (o anche di più) chiacchiere. Capisco l’esigenza di avere contatti con gli altri, ma non è il momento, ed è assurdo ormai non capirlo. Siamo in guerra, e in guerra non si esce sotto un bombardamento, se non per vera necessità”.
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