Nel giorno 21 del mese di Febbraio si รจ celebrata, anche in Italia, nel silenzio dei grandi giornali italiani, la Giornata internazionale della lingua madreย che รจ una celebrazione indetta dall’UNESCOย per il 21 febbraio di ogni anno.
La data prescelta sta a ricordare il 21 febbraio 1952, quando numerosi studentiย bengalesiย dell’Universitร di Daccaย furono uccisi dalle forze di polizia delย Pakistan.
Allora il Pakistan comprendeva ancora il Bangladesh e quei giovani manifestavano per il riconoscimento delย Bengaleseย come lingua ufficiale.
La Celebrazione, come tutte le celebrazioni, perde mordente ogni anno che passa, ma รจ dal 2008 che lโUNESCO celebra in quel giorno la promozione di ogni madrelingua, per laย salvaguardia della diversitร linguisticaย eย culturaleย e a favore delย multilinguismo, riconosciuto come fenomeno positivo dall’Assemblea Generale dell’ONU, in uno con la proclamazione del 2008 comeย Anno internazionale delle lingue.
Da questi fermenti e dai riconoscimenti formali nacque il riconoscimento internazionale del Napoletano come lingua a rischio, che fu lingua ufficiale del Regno di Napoli, durante la dinastia aragonese e sopravvive nonostante siano trascorsi oltre centosessanta anni dalla caduta del Regno delle due Sicilie a Gaeta. Si, proprio il 13 Febbraio 1861, โa tridece โe frevaro Sissantune,โ come scrive Ferdinando Russo, nella sua straziante poesia celebrativa โO surdato โe Gaetaโ.
In occasione della Giornata Internazionale della lingua materna 2021, il gruppo di ricerca socio-linguistica “Accademia Napoletana” per la tutela e insegnamento della lingua e cultura napoletane, rappresentato dal dott. Massimiliano Verde, con un’articolata missiva ha posto all’attenzione delle autoritร regionali della Campania la situazione in cui versa oggigiorno il patrimonio linguistico napoletano.
In particolare Verde, autore del primo corso di lingua e cultura napoletana ai sensi del CEFR, riconosciuto dal Comune di Napoli, si rivolge al novello Comitato scientifico per la preservazione e valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano di cui alla legge regionale della Campania 8 luglio 2019, n. 14 per sottolineare le continue degradazioni e mistificazioni mediatiche e socio-culturali che gravano sui cittadini italiani parlanti Napoletano in Italia, e non solo.
Destinatario principale il dottor Maurizio De Giovanni Presidente del Comitato, al quale รจ stato evidenziata la carenza di misure pedagogiche generali e formative per le nuove generazioni di Napoletani e Campani.
Ovviamente si auspicava in primis l’introduzione dell’insegnamento del Napoletano, trasmesso ancora, almeno a Napoli e in Campania come lingua materna e emblema socio-culturale ed espressivo delle eccellenze materiali ed immateriali della nostra cultura che non produce soltanto stereotipi come realtร criminose, estremizzate e disperate quanto superficiali o anche oleografiche, ma in ogni caso marchiate o allusive ad atavici degradi, “minoritร ”, perversioni lombrosiane e via cosรฌ maldicendo.
Lโinterpellanza รจ sostenuta da artisti, accademici, giuristi, docenti, socio linguisti italiani ed esteri e dall’Unione dei Club Napoli nel mondo, con i quali Verde coopera da anni per la salvaguardia della dignitร sociale del patrimonio linguistico e culturale, napoletano e campano, anche attraverso il veicolo della passione sportiva, come quella calcistica per il โciuccioโ, autoironica rappresentazione iconografica del Cavallo Napoletano rampante, dโepoca aragonese.
ย Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 2 Marzo 2021 - 08:36