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Napoletani scomparsi in Messico: Francesco Russo primo teste al processo
Sara’ Francesco Russo, figlio, fratello e cugino, rispettivamente, di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018, il primo testimone del processo che vede imputati tre dei quattro agenti della polizia locale accusati di avere rapito i tre italiani per consegnarli a un boss del Cartello “Jalisco Nueva Generacion”.
L’udienza iniziera’ alle 17,30 (ora italiana) nella citta’ di Ciudad Guzma’n, nello stato messicano di Jalisco. Francesco Russo, per via dell’emergenza pandemica, non si rechera’ nell’ambasciata messicana di Roma ma si presentera’ al giudice, agli avvocati degli agenti e al pubblico ministero in videoconferenza, dalla sede del Consolato Onorario Messicano di Napoli. In Messico sara’ rappresentato dall’avvocato Joaquin Esparza che coadiuva in loco l’avvocato Claudio Falleti. Previsto anche il controesame dei legali di Francesco che in questo processo e’ testimone ma anche persone offesa (nei casi di sparizione forzata le autorita’ giudiziarie messicane viene definita “victimas indirectas”).
L’udienza a distanza e’ stata organizzata dall’avvocato Falleti insieme con la rappresentanza diplomatica italiana in Messico, per evitare il viaggio di Francesco Russo, che sara’ accompagnato dall’avvocato Luigi Ferrandino. “Ho chiesto specificatamente la presenza di un interprete, a Napoli, – fa sapere Falleti – per fare in modo che la testimonianza di Francesco possa essere resa in lingua italiana, cosi’ da garantire la serenita’ nell’esposizione, rafforzando nel contempo il suo diritto alla difesa. Visto il lungo elenco dei testi, moto probabilmente l’udienza durera’ diversi giorni, inframezzata da sospensioni. Siamo certi che – conclude l’avvocato Falleti – la possibilita’ di rendere testimonianza, ci aiutera’ processualmente a definire in prima persona la ricostruzione dell’ultima fase della sparizione dei nostri tre connazionali”.
Francesco Russo era in auto con suo fratello Daniele, in un’altra localita’ messicana, quando Antonio e Vincenzo inviarono il loro ultimo messaggio in chat, per far sapere che erano stati prelevati dalla polizia locale di Tecalitlan. Di Raffaele, intanto, gia’ si erano perse le tracce da qualche ora: il suo telefono risultava infatti gia’ spento. Allarme scatto’ quando i due seppero che nel posto di polizia Antonio e Francesco non c’erano mai arrivati
Articolo pubblicato il giorno 20 Marzo 2021 - 14:31