La consigliera regionale M5S: “Mea culpa nella risposta alla mia interrogazione. E ora quei veleni torneranno in Campania”
Avevamo ragione a sospettare che dietro il traffico di rifiuti non riciclabili in Tunisia, all’origine di un’inchiesta che ha portato nei mesi scorsi all’arresto del locale ministro dell’ambiente, ci fossero evidenti negligenze della Regione Campania. 282 container di balle di rifiuti italiani spediti a Sousse non possono non essere oggetto di controlli da parte delle autorità regionali, alla luce di norme europee che impongono agli Stati membri la verifica su ogni carico di rifiuti da spedire, sanzionando eventuali violazioni. Dalla risposta della giunta regionale alla mia interrogazione, c’è una palese ammissione di colpa.
Innanzitutto perché si ammette, una volta per tutte, che non esiste alcun sistema né apparato deputato al controllo su impianti di questo genere né sul quantitativo effettivo inviato fuori regione, al punto che gli stessi uffici regionali precisano, letteralmente, che “risultavano completate solo settanta movimentazioni” sulle quasi trecento effettuate. Quanto alla effettiva natura dei rifiuti spediti, per la gran parte di tipo ospedaliero, viene scaricata la responsabilità sulla Provincia e sull’autorità doganale, omettendo che in questo tipo di analisi andrebbe coinvolta l’Arpac, la principale società regionale in tema di controlli ambientali”. Lo denuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Maria Muscarà.
“A evidenziare la totale assenza di un apparato di controllo – aggiunge Muscarà – è la decisione della Regione di bloccare al momento ogni viaggio di rifiuti pericolosi oltre frontiera. Senza dimenticare la beffa, ovvero che i rifiuti finiti in Tunisia dovranno essere rimpatriati e non c’è ancora alcuna pianificazione relativa a specifiche modalità di smaltimento. Nuove balle di rifiuti speciali e pericolosi in una regione già satura di balle e di veleni”.
Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2021 - 20:19