“In questo periodo le scuole non sono mai state chiuse: bisogna iniziare ad aggiungere, fare dei percorsi di sostegno dei singoli, non con tutti seduti al banco fino al 30 giugno ma con percorsi individuali.”, sostiene e dichiara il neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi a Radio Rai 1.
“Gli insegnanti sono presenti fino al 30 giugno per tutte le attività della scuola. Si tratta di portare avanti questo lavoro, siamo solo a marzo, c’è tutto il tempo di verificare la perdita degli apprendimenti, i docenti stanno già facendo questo lavoro”.
“Si tornerà a scuola ragionando su quello che è avvenuto – aggiunge il ministro -, non cancellando il passato ma ragionandoci su per avere una scuola e un mondo del lavoro più avanzato.”.
“Capisco voler fare i titoloni sulla Dad ma la scuola è presenza. In questo anno i nostri insegnanti hanno lavorato in situazioni difficilissime, va loro riconosciuto, è un patrimonio che non può essere disperso. Dopo si tornerà in presenza facendo tesoro delle esperienze, arrivando a un uso più consapevole anche della dad. Bisogna allargare le nostre capacità senza avere paura degli strumenti. Non bisogna fare guerre di religione, ma usare gli strumenti che abbiamo”.
“La scuola non è solo importante è il cuore e il battito della comunità. Io sono qui. Per anni la scuola è stata quasi considerata un mondo a parte, oggi ne stiamo parlando tutti, tutti ci rendiamo conto della sua importanza. Ci siamo trovati difronte ad un evento non prevedibile. Di fronte a questa che, spero, sia l’ultima battaglia dobbiamo essere uniti”, conclude il ministro.
Bianchi ha assicurato che chi ha fatto il concorso straordinario sarà in cattedra già prima dell’1 settembre. Sulle misure per aiutare le famiglie che abbiano figli in dad, il ministro ha ricordato che il dibatitto è aperto con la ministra della famiglia Bonetti per trovare una soluzione e non lasciare le famiglie sole in piena emergenza.
“A scuola si sono prese e si stanno prendendo tutte le misure per la sicurezza – ha detto il ministro, rispondendo ad una domanda – ma la scuola mette in movimento una città, una comunità e questo coinvolge il sistema dei trasporti, l’intero sistema urbano. Questo Dpcm insiste molto su questo, in zona rossa c’è pericolo per tutti, con le varianti anche per i bambini. E nelle zone arancioni le regole sono molto stringenti, non sono regole discrezionali”.
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