“Non chiedo nulla per me, – ha detto Accorcca – ne’ per i sacerdoti, una categoria che finora non e’ stata proprio presa in considerazione tra quelle a maggior rischio contagio e dunque da vaccinare il prima possibile, ma lo invoco per loro, per i reclusi che non ricevono le visite dei parenti da circa un anno, da quando e’ scoppiata la pandemia perche’ si teme che il virus possa entrare anche tra quelle mura e sarebbe drammatico se cio’ accadesse”.
“Loro (i detenuti), pero’, sono esasperati. So bene che questo che sto facendo e’ un discorso che non paga perche’ in tantissimi, nei loro confronti, vorrebbero che si gettasse la chiave della cella, ma io ragiono con la logica del Vangelo, non con quella elettoralistica”, ha concluso l’arcivescovo.
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