Indagini sulla banda della strage di Corinaldo, sequestrate armi e droga: spuntano i Casalesi
L’indagine ha avuto origine da uno stralcio dell’inchiesta della Procura di Ancona riguardo la condanna in primo grado di sei persone per la strage alla “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, dove persero la vita una 39enne e cinque minorenni
Nelle prime ore di ieri i Carabinieri di Modena, sulla base di un procedimento penale coordinato dalla Dda di Bologna col pm Marco Forte, hanno eseguito un decreto di perquisizione personale e locale nei confronti di otto persone, cinque delle quali indagate per concorso nella detenzione illegale di armi da fuoco. Le operazioni si sono svolte in diversi Comuni della provincia (Modena, Nonantola, San Cesario, Castelfranco, Finale Emilia e San Prospero).
L’indagine ha avuto origine da uno stralcio dell’inchiesta della Procura di Ancona riguardo la condanna in primo grado di sei persone per la strage alla “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, dove persero la vita una 39enne e cinque minorenni. I Carabinieri hanno identificato cinque giovani che prima del suo arresto ruotavano intorno a Ugo Di Puorto, uno dei sei condannati modenesi per la strage, figlio del boss dei Casalesi Sigismondo Di Puorto. La perquisizione ha consentito di recuperare e sequestrare due pistole, munizioni oltre a sei involucri contenenti cocaina pura per oltre 230 grammi. È stato arrestato un operaio 50enne di origini campane, da tempo domiciliato nel modenese.