Negli ultimi tempi a causa della situazione sanitaria, moltissime persone hanno iniziato lavorare da casa invece che recarsi in ufficio tutti i giorni. Si chiama smartworking e questo sistema adottato già in molti altri stati al mondo, anche in Italia ha dato i suoi buoni risultati anche per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento. Infatti, lavorare da casa ha ridotto notevolmente i trasferimenti, riducendo la produzione di pericolosi gas inquinanti per l’atmosfera. Organizzare una postazione per lavorare da casa e scegliere i prodotti per l’ufficio smart 2.0 aiuta a portare avanti tematiche di sostenibilità.
Come la situazione d’emergenza ha inciso sull’ambiente
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Se il passaggio allo smart Working è stato abbastanza improvviso e spesso improvvisato, in moltissimi ambienti di lavoro, per il futuro si tratta di definire meglio la nuova organizzazione per beneficiare di tutti i punti di forza e limitare ovviamente quello che non ha funzionato. È evidente infatti che ci siano ancora alcuni dettagli da limare per far sì che lavorare da casa in modo flessibile diventi davvero un vantaggio per tutte le persone coinvolte.
Diventa indispensabile trovare quindi il giusto equilibrio tra lavoro, casa, famiglia, tempo libero e stavolta anche ambiente. Secondo i dati raccolti da un’importante ricerca svolta dall’Istituto superiore Sant’Anna di Pisa, la digitalizzazione del lavoro delle imprese può diventare una soluzione non solo per le situazioni di emergenza ma anche un importante aiuto per la sostenibilità ambientale.
I risultati della ricerca
La ricerca svolta si fissata sul nesso tra smartworking e sostenibilità per quanto riguarda l’ambiente, la società e l’economia. Alla fine, ne è emerso un quadro davvero edificante: lo smartworking risulta essere uno strumento con le grandi potenzialità quando si tratta di impianti di impatto ambientale e anche economico. Invece, quando si arriva sul piano sociale è evidente che ci sono aspetti positivi e negativi che pesano sui piatti della bilancia.
La maggior parte delle imprese che si sono sottoposte all’indagine, hanno dichiarato che sarebbero favorevoli a portare avanti modelli di smartworking e lavoro agile per uno o due giorni alla settimana anche dopo che sarà finita la situazione di emergenza sanitaria. Per quanto riguarda i dipendenti, ha sottolineato che lo smartworking aumenta l’equilibrio e la conciliazione tra vita privata e lavoro, l’autonomia, la soddisfazione ma purtroppo anche l’isolamento.
Smartworking e impatto ambientale
Per quanto riguarda invece il discorso dell’impatto ambientale, lavoro da casa ha eliminato gli spostamenti per una media di circa 33 km al giorno per singolo dipendente. Facendo un paio di calcoli significa che c’è stato un enorme risparmio di benzina ma soprattutto di emissioni di CO2. A questo si aggiunge una notevole diminuzione di particolato atmosferico fine emesso nell’atmosfera. Sebbene siano presenti moltissime alternative per gli spostamenti quotidiani, è evidente che la maggior parte delle persone che deve recarsi al lavoro ancora l’automobile privata che resta ovviamente parcheggiata in garage quando si lavora da casa utilizzando i moderni mezzi informatici.
Articolo pubblicato il giorno 14 Marzo 2021 - 11:58