Napoli, cadavere di un pony ritrovato tra i rifiuti nelle discariche sotto al Ponte Fiat nella zona industriale. Il video
Si chiarisce il mistero della morte del bambino di tre anni avvenuta il 22 novembre del 2019 e in un primo momento passato come un arresto cardiocircolatorio. Invece pare che la madre, Giulia Stanganini, 38 anni, lo abbia soffocato dopo aver fatto una serie di ricerche su internet per far apparire la morte accidentale.
Gli investigatori della squadra mobile di Genova hanno eseguito stamane un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della donna, già in carcere da aprile scorso.
Lo scorso anno, infatti, in pieno lockdown, si era presentata in questura confessando di avere fatto a pezzi e smembrato il corpo della madre, Loredana Stupazzoni, bidella in pensione di 63 anni. Agli inquirenti aveva raccontato di avere trovato la madre impiccata e di avere deciso di disfarsi del corpo dopo due giorni per evitare che l’accusassero di averla uccisa. Indagando su quella macabra scoperta i pubblici ministeri Sabrina Monteverde e Stefano Puppo, hanno scoperto che la donna cinque mesi prima aveva ucciso il piccolo. Un omicidio premeditato come confermato dalle ricerche su internet che la Stanganini aveva fatto un mese prima della morte di Adam. “Come uccidere un bambino”, “mamme che uccidono figli”, “asfissia”, “gioco del foulard”. E poi un messaggio mandato all’ex compagno, padre del bimbo, 12 giorni prima della morte: “Buon anno a te e agli altri e buon Natale. Vedrai tra poco col piccolo Adam” aveva scritto nell’sms. Dalle indagini, corroborate dalle numerose testimonianze, Giulia non era adeguata a fare la madre, era ancora molto immatura. Faceva dormire il piccolo legato sul passeggino “perchè non sopportava che si muovesse nel lettone con lei”, gli dava da mangiare solo omogeneizzati perchè non sapeva cucinare. E, soprattutto, quando piangeva iniziava a urlare, spaccare oggetti, insultare il bimbo, bestemmiare. Il giorno in cui Adam morì, la Stanganini non versò una lacrima hanno detto i testimoni agli investigatori. Ma da quel giorno i rapporti gia’ tesi con la madre diventarono sempre piu’ logori. La nonna del piccolo la chiamava assassina. Le due donne avevano sempre avuto un rapporto conflittuale, per i soldi. Litigavano spesso e in piu’ occasioni la figlia aveva picchiato la madre e l’aveva minacciata. Stanganini, in cella dopo la confessione della distruzione del corpo della mamma, ha confessato ad una sua compagna di cella di avere messo un cuscino in faccia al piccolo perche’ piangeva troppo forte. E stamane è arrivato l’arresto per un’accusa agghiacciante.
La confessione della 38enne per l’uccisione della madre però non convince del tutto gli inquirenti, per il gip la morte della ex bidella potrebbe essere compatibile con un suicidio, nel frattempo che le indagini chiariscano l’episodio confessato dalla donna si è aggiunta anche l’accusa di infanticidio.
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