“All’attenzione dell’Onorevole Luigi Di Maio, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in qualità di padre e consigliere regionale in Campania, ho sentito il dovere di porre la delicata e triste vicenda di un nostro concittadino, il signor Luigi Di Salvio di Teggiano in provincia di Salerno, che sta vivendo da due anni una drammatica situazione di ingiustizia in Russia. Situazione molto grave se pensiamo che la “prima” vittima è una minore di soli quattro anni. Sua figlia Sofia Di Salvio, cittadina italiana, si trova dal mese di settembre 2018 in Russia, dove la sua ex moglie e cittadina russa, l’ha portata e poi trattenuta senza il consenso del padre”. Queste le parole di Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva in Consiglio Regionale.
“Nonostante le Autorità russe e la Suprema Corte Russa abbiano dato ragione al signor Di Salvio – scrive Pellegrino nella nota indirizzata al ministro Di Maio – riconoscendo il reato di sottrazione di minore a carico della sua ex moglie, nonostante l’assistenza della Autorità italiane a Mosca, la polizia giudiziaria russa non è stata finora in grado di eseguire le disposizioni delle sentenze e, da ultimo, tale esecuzione è stata resa ancora più complicata a causa del blocco di attività, a seguito della pandemia globale. In un anno e mezzo, da quando ha preso avvio la fase esecutiva in Russia, l’interessamento delle Autorità consolari italiane, si deve concludere, che è stato finora sostanzialmente inefficace. L’ordine dato dal giudice russo è chiaro e sono chiari altresì i dettami degli accordi bilaterali tra Italia e Russia in tema di cooperazione legale e giudiziaria”.
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“ Pertanto – conclude Pellegrino – Le chiedo di seguire questo caso e di interessare gli organi competenti affinché si possa garantire la Giustizia e tutelare i diritti di un padre e di un cittadino italiano; Le chiedo altresì, se possibile, di intraprendere tutte le azioni necessarie nei confronti delle Alte Autorità russe presso le quali le Autorità diplomatiche italiane sono state accreditate, affinché le sentenze vengano eseguite e si possa procedere al rimpatrio della piccola Sofia”.
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