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Esami universitari in cambio di fumetti e regali: 2 arresti a Salerno

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Esami universitari in cambio di fumetti da collezione e altre “specifiche regalie”. E’ l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari due dipendenti dell’Università di Salerno.

Si tratta di Carmine Leo di 65 anni e Carmine Cioffi di 53 anni. Il provvedimento cautelare, disposto dal gip del Tribunale locale ed eseguito dalla Guardia di Finanza, arriva al termine di un’indagine avviata dalla procura che, oltre ai due arrestati, vede in tutto 42 indagati tra studenti e familiari coinvolti nel sistema di frode. Sono in 34 i casi di carriere universitarie contraffate (molte culminate con il conseguimento della laurea) ricostruite dagli investigatori delle Fiamme Gialle.

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L’inchiesta per accesso abusivo al sistema informatico, falsità materiale commessa in atti pubblici e induzione indebita, riferisce una nota del procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli, fu avviata in seguito alla denuncia presentata dallo stesso Ateneo che, grazie l’Audit interno, aveva rilevato alcune irregolarità nella procedura di immatricolazione di due studenti che risultavano iscritti alla Facoltà di Medicina senza essersi classificati in posizione utile nella graduatoria unica nazionale di merito. Dagli accertamenti investigativi delle Fiamme Gialle, è subito emerso che l’iscrizione era stata effettuata materialmente da un dipendente dell’Università attraverso l’accesso abusivo al Sistema Informatico di Segreteria. I successivi approfondimenti investigativi hanno evidenziato inoltre che l’indagato utilizzava le proprie credenziali per attestare il superamento di esami universitari in realtà mai sostenuti dagli studenti.

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Come contropartita riceveca “specifiche regalie” tra cui “anche fumetti da collezione”. Determinante il contributo del secondo indagato, un dipendente amministrativo dello stesso Ateneo, pronto a indirizzare al collega gli universitari che, venuti a conoscenza del meccanismo di frode, chiedevano di essere “aiutati” in qualche modo. Altra condotta di rilevanza penale contestata a uno degli indagati era quella di far risultare gli studenti in fasce di reddito di favore, senza tener conto delle reali condizioni economiche delle famiglie, così da consentire un indebito risparmio nel pagamento delle tasse di iscrizione. Fondamentale, per lo sviluppo delle indagini, è stata la collaborazione dell’Ateneo che ha immediatamente sospeso dalla professione uno degli indagati e, su richieste dei pm, ha anche “congelato” il sistema informatico per l’acquisizione di tutte le necessarie fonti di prova. Proseguono gli accertamenti nei confronti degli altri indagati.


Articolo pubblicato il giorno 31 Marzo 2021 - 13:21


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