Sono in totale 23 gli indagati nell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia e dei carabinieri che ha portato alla scoperta di un sistema di Corruzione e falso gravitante attorno al mondo della pubblica istruzione. Fra gli indagati a piede libero anche Maria Rita Calvosa, 59 anni, di Latina, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria, al centro di un presunto episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di un importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio della stessa dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria.
La rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) avrebbe illecitamente prodotto, in cambio di denaro o altre utilita’, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e Ata (Assistente Tecnico Amministrativo). Le condotte illecite sarebbero state agevolate e rese possibili grazie alla Corruzione di un alto funzionario del Miur – Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli (arrestato) – il quale era incaricato delle attivita’ ispettive e di controllo degli istituti privati accreditati al Miur. Arrestato anche Christian Piscitelli, 24 anni, di Napoli, figlio di Maurizio.
10 arresti e 19 societa’ sequestrate, sono i numeri dell’operazione ‘Diacono’, coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia ed eseguita dal comando provinciale dei carabinieri, che ha scoperchiato un vasto giro di diplomi falsi e Corruzione nella pubblica istruzione. Le indagini hanno riguardato le attivita’ degli istituti scolastici paritari del circuito Afam, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, Corruzione, falso in atti, falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio. Nel corso dell’attivita’ di esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro 19 societa’, operanti nel settore dell’Istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro. Maurizio Piscitelli e’ accusato di essere uno dei promotori dell’associazione per delinquere insieme al figlio Christian. Calvosa non risponde di associazione per delinquere.
Al centro delle indagini c’e’ l’Accademia Fidia di Stefanaconi, paese confinante con Vibo Valentia, gestita dalla famiglia Licata. In carcere sono finiti: Michele Licata, 77 anni, ed i figli Davide Licata, 52 anni, Igor Vincenzo Licata, 48 anni, Dimitri Licata, 42 anni, Michela Licata, 22 anni, tutti di Stefanaconi. In carcere anche Carmine Caratozzolo, 49 anni, di San Ferdinando (Rc); Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli; Christian Piscitelli, 24 anni, di Napoli. Agli arresti domiciliari si trovano Rossella Marzano, 46 anni, di Vibo Valentia (moglie di Davide Licata); Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria. Davide Licata e Rossella Marzano, nel luglio scorso, erano stati arrestati (lui in carcere, lei ai domiciliari) per la detenzione illegale dentro casa di un arsenale (fucili, un mitragliatore e numerose munizioni). Il reato di associazione per delinquere viene contestato a: Michele Licata, Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli, Christian Piscitelli con il ruolo di promotori e organizzatori dell’associazione.
L’inchiesta e’ stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e un’ingente somma di denaro nell’abitazione di Davide Pietro Licata, contigua all’Istituto “Accademia Fidia”, gestito dalla famiglia Licata. Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilita’, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e Ata (assistente tecnico amministrativo). Gli illeciti sarebbero stati agevolati e resi possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del Miur, il quale e’ incaricato, fra l’altro delle attivita’ ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al Miur. Inoltre le indagini avrebbero consentito di fare luce anche su un’ulteriore episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una dirigente dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria.
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