“La digitalizzazione del settore culturale deve essere pensata a partire dalla sicurezza” di Francesco Pagano Consigliere Aidr e Responsabile servizi informatici Ales spa e Scuderie del Quirinale
Una parte fondamentale del piano Next Generation EU riguarda la digitalizzazione e, in particolare, il processo di ammodernamento a livello di Pubblica Amministrazione e istituzioni pubbliche. Nel settore culturale, questa prospettiva rappresenta sicuramente unโopportunitร per accelerare (in alcuni casi avviare) lโintroduzione di sistemi informatizzati per una migliore gestione del patrimonio, dei siti e della fruizione da parte de cittadini. Unโottima notizia, che apre perรฒ a una serie di preoccupazioni.
Il rischio, infatti, รจ che in assenza di una accurata pianificazione lโoccasione vada sprecata. Se lโobiettivo รจ quello di creare un sistema ampio e condiviso, la definizione delle strategie per la digitalizzazione nel settore culturale richiede di partire da una prospettiva che metta come prioritร assoluta la sicurezza.
Dalla privacy alla resilienza ai cyber attacchi
A imporre una particolare attenzione per la cyber security nella pianificazione delle infrastrutture digitali sono due elementi. Il primo รจ legato al concetto di privacy e tutela dei dati dei cittadini. Uno degli ambiti di applicazione delle nuove tecnologie nel settore culturale, e in primis in quello museale, รจ quello della fruizione da parte del pubblico. La gestione delle prenotazioni e degli accessi comporta necessariamente il trattamento di dati personali. Unโattivitร estremamente delicata, che richiede la predisposizione di standard rigorosi e procedure che consentano di assicurare lโintegritร dei dati trattati.
Non solo: lโutilizzo di strumenti di comunicazione โsmartโ, come la realtร aumentata, comportano forme di interazione con gli stessi dispositivi utilizzati dai visitatori per accedere ai contenuti digitali. In altre parole, gli amministratori dei sistemi digitali si troveranno a gestire quotidianamente una rete estremamente estesa e mutevole, in cui la gestione della sicurezza rappresenta una prioritร assoluta. In condizioni del genere, infatti, gli effetti di un cyber attacco possono avere conseguenze estremamente gravi.
Dietro le quinte: garantire lโintegritร del sistema
La precondizione per un efficace utilizzo dei sistemi digitali รจ la creazione di un sistema a livello nazionale che consenta lโaggregazione e lโanalisi dei dati disponibili su larga scala. In altre parole, la massima efficacia del processo di digitalizzazione si ottiene nel momento in cui ogni soggetto si trasforma in un โnodoโ che consente di mettere in comune i dati e di accedere al resto della rete. Un concetto che puรฒ apparire persino ovvio, ma che nel panorama attuale pone una serie di problemi sotto il profilo della cyber security. La mappa degli istituti museali nel nostro paese, infatti, รจ estremamente variegata e comprende, accanto a eccellenze che hanno investito in risorse e competenze per garantire la sicurezza dei sistemi informatici, molte (troppe) realtร che scontano un pesante ritardo in questo senso.
Affidandoci alla teoria per cui il livello di resilienza complessivo di una rete รจ pari a quello del suo punto piรน debole, il problema diventa evidente. Prima di raggiungere lโobiettivo di una gestione condivisa ed estesa dei sistemi informatici, sarร necessario assicurare un livello adeguato di sicurezza di tutti i nodi che fanno parte della rete. Un obiettivo, questo, che allo stato delle cose appare utopistico. Un possibile approccio al processo, di conseguenza, puรฒ essere quello di unโimplementazione per gradi, che preveda la precisa definizione degli standard che gli enti devono sodisfare per poter โentrareโ nel sistema.
Lโimportanza del fattore umano
A definire il successo di questo percorso saranno, oltre alle risorse stanziate, le modalitร con cui verrร predisposto il quadro di cyber security nellโambito culturale. Se lโimplementazione di strumenti tecnici adeguati rappresenta il primo e piรน ovvio adempimento per centrare lโobiettivo, il vero discrimine riguarda la capacitร di dotare tutti gli operatori del settore di quelle competenze che consentono un utilizzo consapevole degli strumenti informatici e, di conseguenza, il rispetto delle procedure di sicurezza. Si tratta di un compito di medio-lungo termine, che รจ bene approntare al piรน presto.
Nel farlo, infine, sarร necessario tenere conto da subito delle previsioni che emergeranno nella nuova versione della direttiva europea e-Privacy, oggetto di negoziato proprio in queste settimane. Lavorare su un orizzonte diverso, infatti, ci esporrebbe al rischio di dover rifare tutto da capo.
Meglio, per una volta, pensarci prima.
Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2021 - 10:25