“Sto per presentare un esposto-denuncia affinche’ la Procura di Parma valuti se, come io credo, sono stati consumati dei reati nella gestione della vicenda successiva alla morte di Cutolo – ha detto Aufiero -. Basti pensare che due giorni dopo la sua morte, un magistrato di Parma titolare che ha disposto l’autopsia sul corpo dell’ex boss, ha individuato i criteri per consentire alla moglie di Cutolo e alla figlia 13enne Denise di porgere l’estremo saluto al congiunto. Disponendo che le due donne non si avvicinassero alla salma, non potessero porre sul feretro alcun oggetto: non un fiore, non una corona, non un’immagine sacra. Inoltre, che la visita fosse a distanza e alla presenza di piu’ operatori delle forze dell’ordine come se le due donne rappresentassero chissa’ quale pericolo”.
Secondo l’avvocato, bisognerà verificare le procedure seguite per il funerale ma anche quelle propedeutiche per riportare il corpo del boss a Ottaviano per la tumulazione. “A mio giudizio – sostiene Aufiero – tutto questo, umanamente, non e’ stato giusto. Comunque, se tutto questo e’ legittimo o meno, lo stabilira’ l’autorita’ giudiziaria dopo l’esposto della famiglia Cutolo. Vi rivelo che la visita di moglie e figlia al defunto e’ durata solo 5 minuti e anche la legittimita’ di questo aspetto sara’ verificata dall’autorita’ giudiziaria competente. Trovo tutto cio’ abnorme e irragionevole. Inoltre, ho grandissime riserve, per usare un termine eufemistico, sulle eccezionali misure disposte per tumulare il corpo di Cutolo. Un corteo di auto di Polizia e Carabinieri partito da Parma per raggiungere in piena notte il cimitero di Ottaviano sotto il Vesuvio. Circa 200 uomini impegnati per 700 chilometri: una vera e propria scorta”.
Poi, l’avvocato sottolinea l’eccessivo accanimento per blindare l’ultimo saluto a Cutolo. “Gli sono stati negati i funerali pubblici, secondo me – prosegue Aufiero – giustamente, ma arrivo a essere d’accordo con chi ironicamente dice che alla fine a Cutolo sono stati fatti funerali di Stato. Senza dimenticare la velocissima sepoltura durata pochi minuti alla presenza di una decina di persone vicine alla famiglia. Addirittura il sacerdote che ha officiato quella breve cerimonia e’ stato prelevato dalla sua abitazione e portato pochi minuti prima al cimitero di Ottaviano. Tutto questo era proprio necessario? Anche perche’ come eco ha avuto l’effetto contrario rispetto a quello – conclude l’avvocato – che magari lo Stato avrebbe voluto avere”.
Infine, l’avvocato nel corso della trasmissione tv ha fatto insieme al giornalista de Il Mattino, Antonio Mattone, che fu l’ultimo a intervistare il boss nel carcere di Parma una riflessione sul regime del 41 bis: “Negli ultimi anni ho fatto di tutto per togliere Raffaele Cutolo dal regime 41 bis di carcere duro, mentre negli ultimi mesi ho fatto di tutto per ottenere la sospensione esecuzione pena visto che le sue condizioni di salute erano gravissime sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista mentale. Pesava 40 chili ed era praticamente cieco. Ma sono stati tentativi vani, quasi inutili per il muro che ho trovato da parte delle autorità competenti”. (r.f.)
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