La curva dei contagi nelle ultime 24 ore e’ leggermente scesa ma gli effetti sono ancora tanti e pesanti anche se, per i medici, si sta procedendo verso il passaggio del picco. “C’e’ un aumento di sintomatici e di pressione sugli ospedali, ma dai dati sappiamo anche che stiamo vivendo gia’ una fase di stazionaria, tendente verso una lieve diminuzione, se continuiamo cosi’ riusciamo a passare questo nuovo picco”, spiega Alessandro Perrella, infettivologo dell’Ospedale Cardarelli di Napoli e membro dell’Unita’ di Crisi regionale. Al Cardarelli i reparti sono quasi pieni come al Cotugno, all’Ospedale del Mare, al San Giovanni Bosco, al Loreto Mare, tutti ospedali in prima linea sul virus.
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“In questi giorni – spiega Perrella – abbiamo richieste maggiori di soggetti per cure in ospedale, non significa pazienti in fin di vita ma a cui serve un trattamento di livello superiore, con analisi come la tac. E’ in rialzo anche la necessita’ di terapia subintensiva, e’ una fase che stiamo gestendo bene anche grazie a una buona codificazione delle dimissioni con terapia a casa che sta funzionando, infatti abbiamo molto raramente secondi ricoveri, cioe’ pazienti che tornano”. E la pressione sugli ospedali si sente anche in provincia. “Siamo in una situazione di progressiva saturazione legata a quello che appare il picco della cosiddetta terza ondata, nella quale le strutture ospedaliere della Napoli 3 Sud riescono ancora a reggere ma con estrema difficoltà”, dice Gennaro Sosto, direttore generale dell’Asl che ha la sua sede operativa a Torre del Greco .
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Stessa situazione nell’area a nord di Napoli. All’ospedale di Giugliano (al quale fanno riferimento i cittadini residenti in diversi Comuni dell’area a nord di Napoli) dei cinque posti di rianimazione disponibili per il Covid quattro sono occupati mentre sono 16 quelli di degenza ordinaria occupati. Non va meglio alla ‘subintensiva’ del Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli dove risultano occupati 32 posti sui 36 disponibili. All’ospedale di Frattamaggiore la semintesiva e’ tutta occupata (32 posti) e 4 su 5 quelli di terapia intensiva. E un sos arriva anche dall’Irpinia dove gli ospedali di Avellino e di Ariano sono decisamente sotto stress.
Strada ancora in salita, dunque, mentre procede la campagna di vaccinazione. Ad oggi in Campania sono state somministrate 681.272 dosi di vaccino contro il covid19. Di queste 458.225 sono prime dosi e 223.047 sono richiami. Alla mezzanotte di oggi ci sono 689.949 adesioni in attesa di convocazione.La maggioranza delle dosi e’ stata somministrata alle persone dagli 80 agli 89 anni, in tutto 188.231. Seguono le persone dai 40 ai 49 anni con 97.367 dosi, quelle dai 60 ai 69 anni con 91.507 dosi, poi le persone dai 30 ai 39 anni con 75.763 dosi. “Non esistono terapie efficaci se non il vaccino”, ribadisce l’infettivologo Perrella che ricorda anche che “Astrazeneca e’ un vaccino valido, come gli altri e anzi ha attraversato studi clinici migliori rispetto agli altri, cosa che spiega anche lo stop per alcune eta’. Bisogna proseguire con sicurezza”. Un vaccino, Astrazeneca, che pero’ dalla ripresa e’ invece evitato da tanti convocati, come dimostra il dato di ieri sui sanitari che per il 60% non si sono presentati.
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