Del caso si stanno occupando il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Giuseppe Cimmarotta e il procuratore Giovanni Melillo. L’11 marzo del 1992 alle 14,30 a Castellammare di Stabia venne assassinato Sebastiano Corrado, 45 anni, ex Repubblicano eletto consigliere comunale indipendente nel Pds. Due killer in sella di una moto lo avvicinarono mentre stava tornando a casa in via Virgilio e gli spararono contro 4 colpi di pistola al bersaglio grosso e uno, quello di grazia, alla testa.
L’omicidio del consigliere comunale del Pds avvenne in piena campagna elettorale. Sebastiano Corrado aveva fatto parte di alcune commissioni comunali (Bilancio e Finanze, Urbanistica) nelle quali aveva assunto il ruolo di intransigente moralizzatore. Il delitto di camorra portò nella casa della vittima, il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il ministro dell’Interno Scotti, il segretario del Pds Achille Occhetto, numerosi parlamentari di tutti gli schieramenti e il giorno dei funerali si svolse una grande manifestazione contro la camorra.
Un omicidio dalle tipiche modalita’ camorristiche, secondo l’ipotesi investigativa dell’epoca, commesso per ritorsione nell’ambito della presunta gestione illecita degli appalti che ruotavano intorno all’ospedale San Leonardo di Castellammare. Gli investigatori ipotizzarono, sempre all’epoca, che a decidere la morte di Corrado fossero stati i vertici del clan D’Alessandro.
La realtà era, purtroppo diversa, Sebastiano Corrado era impiegato all’ospedale di Castellammare, nell’ufficio economato e qualche mese dopo il delitto ci fu una serie di arresti inquella che all’epoca era la Usl 35 di Castellammare. Corrado era coinvolto in quella inchiesta . Il 19 giugno del 1992 vennero arrestati per corruzione 12 persone amministratori dell’Usl 35 e altre sei risultarono ricercate per l’omicidio proprio di Sebastiano Corrado. L’inchiesta riguardava un vorticoso giro di mazzette legati agli appalti e alle forniture per la Usl di Castellammare. tra le persone arrestate il 19 giugno. le tangenti pagate andavano dal 10 al 20% dell’importo dell’appalto o della fornitura. E se fosse stato vivo, affermarono gli investigatori, anche Sebastiano Corrado sarebbe stato fra gli arrestati. Era però stato ucciso.
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