“Anche se era nato a Montella, abbiamo ritenuto da sempre Aurelio Fierro un vomerese doc, visto che per decenni ha abitato con la famiglia nel quartiere collinare della città, in un appartamento posto nella centralissima via Cilea – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Ho conosciuto personalmente il maestro negli anni ’80 quando ero presidente della circoscrizione Vomero. Col suo sorriso gioviale ci tenne a ricordarmi che eravamo “quasi” colleghi dal momento che egli solo per pochi esami non aveva completato gli studi d’ingegneria”.
“Purtroppo l’11 marzo del 2005, sedici anni fa, dopo una lunga malattia, a 81 anni, moriva uno dei personaggi che, insieme a pochi altri, tra i quali va certamente ricordato Roberto Murolo, scomparso due anni prima il 13 marzo 2003, anch’egli vomerese, aveva contribuito a diffondere la canzone napoletana in Italia e all’estero, soprattutto in Giappone ma anche in Europa, in Australia e in America – continua Capodanno -. Eppure questi uomini che tanto hanno dato a Napoli, anche dopo la morte, non hanno ricevuto il giusto riconoscimento dalle istituzioni a tanto preposte”.
Al riguardo va ricordato quando affermato da Aurelio Fierro in un’intervista rilasciata circa un anno prima della scomparsa: “Sono innamorato di Napoli, non posso farci niente. Sto bene solo qua. Eppure questa è una città ingrata, che non si rende conto dei suoi tesori. Parlo della gente, ma anche delle istituzioni. Mi sono offerto più volte d’insegnare gratuitamente la canzone napoletana ai giovani, purché mi dessero una sede. Come mi hanno risposto? Vedremo, faremo, soltanto parole”.
“Da menzionare anche l’impegno politico di Fierro quando nel 1970 fu eletto nel consiglio comunale di Napoli, portando il proprio contributo di idee e d’esperienza – ricorda Capodanno -. Ad una sua interpellanza si deve il passaggio dal demanio dello Stato al Comune di Napoli del teatro Mercadante, al quale più di recente è stato riconosciuto lo status di teatro nazionale. Inoltre fece approvare un progetto per la destinazione della Casina dei Fiori in Villa comunale a Museo della Canzone napoletana con annesso teatrino da destinare a scopi anche turistici. La costruzione fu iniziata, ma fu poi bloccata ed infine demolita con l’arrivo del G7 a Napoli”.
“Fierro fu anche autore di una grammatica della lingua napoletana e del libro “ Fiabe e leggende napoletane “ – prosegue Capodanno -. Irrealizzato restò invece il progetto di dare alla stampe l’enciclopedia storica della canzone, in quattro volumi, che lo vide impegnato sin dagli inizi degli anni Novanta”
“E’ auspicabile – conclude Capodanno – che i nostri pubblici amministratori, anche nel rispetto della memoria di questi eccezionali maestri, che hanno rappresentato Napoli e la sua melodia in tutto il mondo, si decidano a creare finalmente, nel capoluogo partenopeo, un museo della canzone napoletana, sulla cui nascita si discute da quasi trent’anni, dando finalmente corpo alle promesse che si fanno a ogni dipartita di un grande artista, e che, purtroppo, cadono nel dimenticatoio a partire dal giorno seguente al triste evento”.
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